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LEGGE SUGLI SCIOPERI
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Comunicato 
5 aprile 2000 0:00
 

UNA LEGGE CHE NON CAMBIERA' NIENTE

Firenze, 5 Aprile 2000. Il Senato ha definitivamente approvato la nuova legge che disciplinera' gli scioperi.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Chi crede che questa legge potra' alleviare le sofferenze degli utenti vittime degli scioperi, e' bene che cambi idea, perche' e' molto probabile che succedera' proprio il contrario. Infatti questa legge parte da un principio di cui sono convinti solo i diretti interessati e il Governo: che i sindacati confederali e gli altri grossi sindacati siano rappresentativi dei lavoratori e, soprattutto, abbiano capacita' di indirizzare e gestire le rivendicazioni. Cio' che non e' considerato e' il lavoratore. Il singolo lavoratore messo di fronte alle sue responsabilita': e' considerato solo un numero in gestione a questa o quell'altra mega-organizzazione.
Non e' un caso, infatti, che proprio per contestare questa legge le rappresentanze sindacali di base stanno gia' chiamando a raccolta tutto il sindacalismo autonomo per uno sciopero. E sono organismi che prendono vigore e forza non dal fatto di esistere e di essere finanziati dallo Stato (come i sindacati mega), ma dalle situazioni e le iniziative individuali.
In molti -tra coloro che hanno approvato questa legge- avrebbero voluto essere piu' "severi", ma gli equilibri politici hanno imposto cio' che hanno votato. La "severita'" sarebbe stata d'obbligo per una legge che pretenda di disciplinare il diritto di sciopero, cosi' come gia' avviene in Paesi dove queste leggi ci sono e, per essere applicate, violano un bell'elenco di principi costituzionali di ogni specifico Paese (per esempio, nei casi in cui ci sono alcune categorie che vengono escluse dal diritto di sciopero …. alla faccia dell'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge). Il nostro Parlamento avrebbe dovuto fare questo se aveva intenzioni precise di evitare disagi per gli utenti/vittime, ma non lo ha fatto, autoconvincendosi che tutto sia controllabile da parte di alcuni sindacati che lo appoggiano anche politicamente.
Per queste ragioni crediamo che la legge approvata non cambiera' nulla, ma servira' solo ad esarcebare ancor di piu' le parti, tanto poi le vittime saranno solo ed esclusivamente gli utenti.
Il grande salto andrebbe fatto guardando a quello che succede in Germania, dove non c'e' alcuna legge che disciplina la materia, ma tutto e' affidato all'autodisciplina. E sembra che funzioni, perche' il principio della auto-responsabilita' non delega allo Stato -come succede in Italia, in modo particolare da quando impera la dea concertazione- ma opera solo sulle proprie capacita' e responsabilita'.
A nostro avviso questo sarebbe un modo per affrontare il problema senza far venire meno principi e liberta' che la Costituzione ci ricorda sempre che non devono essere violati. E perche' questo sia favorito occorrerebbe mettere mano all'inamovibilita' dei lavoratori, su quella sorta di "certezza a vita" che deriva dall'aver trovato un posto piuttosto che un lavoro: uno dei catenacci maggiori su cui vengono costruiti privilegi e diseguaglianze.
 
 
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