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LIBERALIZZAZIONE RETE FS
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Comunicato 
25 aprile 2000 0:00
 


GLI UTENTI NON NE AVRANNO ALCUN VANTAGGIO IN QUALITA' E COSTO, MENTRE SERVIRA' SOLO A FAR TORNARE MEGLIO I CONTI DELL'AZIENDA FS, GRAZIE AD UN ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE. CHE NE DICE L'ANTITRUST?

Firenze, 25 Aprile 2000. E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che fissa i criteri per i canoni d'accesso dei privati alla rete Fs.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Comincia anche in Italia la deregulation? Potremo scegliere un treno rispetto a qualita' e costo? Non dovremmo sottostare agli incubi frequenti dell'organizzazione e degli scioperi delle Fs? Niente di tutto questo. Per il momento si tratta di una timida apertura ad un po' di merci, forse qualcosa sulla tratta Milano-Basilea, e uno stravagante Trans Europe Express che -carico di turisti che, dato il tipo di servizio che richiama alla memoria, si presuppone pagheranno un occhio della testa per viaggiarci- dovrebbe solcare le linee lente della rete Fs.
Il nodo della questione e' tutto nelle linee che verranno messe a disposizione. Quali sono quelle che rendono per qualita' e frequentazione? Notoriamente quelle ad alta velocita' (con al primo posto la Firenze-Roma, e comunque la direttiva Roma-Milano che e' la piu' frequentata in assoluto), le locali e le regionali (su cui i flussi di viaggiatori sono piu' costanti e prevedibili, e quindi piu' semplici nell'organizzazione ed economicamente redditizie). Bene, queste linee sono escluse dalla liberalizzazione. Rimangono quelle lente e, piu' o meno, secondarie.
Non crediamo di far torto al buon senso se -con un operatore principale che si chiama Fs spa e che e' proprieta' dello Stato che ha sempre sanato i suoi bilanci direttamente o attraverso dilazioni dei piu' svariati pagamenti, e che puo' viaggiare dovunque sulla rete, e altri operatori che devono accontentarsi delle briciole marce o insignificanti- paventiamo quell'abuso di posizione dominante che e' la caratteristica di tutti i processi di de-monopolizzazione in corso.
Per questo chiediamo che l'Antitrust faccia sentire la sua voce, trasmettendole queste nostre riflessioni.
Sembra proprio che il nostro Stato abbia inciso a fuoco nel suo Dna l'impossibilita' di dare corso a processi economici che abbiano attinenza con le parole che usa. Ragion per cui la parola "liberalizzazione" viene usata in situazioni e con condizioni che, a confronto, farebbero sembrare liberiste anche le Nep sovietiche degli anni del 1930.
Ragion per cui oggi e' sbarrata la possibilita' che da questa politica ne possano trarre giovamento gli utenti, grandi o piccoli che siano. Per capire meglio cosa sta succedendo, e' sufficiente ricordare cosa e' successo per la liberalizzazione del trasporto aereo nazionale. Sulla carta esiste da decenni, ma in pratica ha cominciato a dare i suoi risultati -per qualita' e costo del servizio- solo quando e' stato spezzato il monopolio Alitalia sulla tratta Roma-Milano, e altri operatori hanno cominciato ad operarvi, portandosi dietro -a cascata- l'apertura di altre rotte che, all'avvio, sono meno redditizie.
Quindi, per il momento, preferiamo chiamare le cose con il loro nome, e prendere atto che la cosiddetta liberalizzazione Bersani e' solo un sistema per far tornare meglio i conti all'azienda Fs spa. Per quanto riguarda le politiche a vantaggio degli utenti, se ne riparlera' quando sara' concessa la prima autorizzazione per un Eurostar non-Fs che sfrecciera' da Roma a Milano.
 
 
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