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LIBERTA' D'ESPRESSIONE IN INTERNET
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Comunicato 
1 maggio 2001 0:00
 

E' ULTERIORMENTE CONFERMATO CHE IL SOTTOSEGRETARIO CHITI FA IL TRASFORMISTA SULLA LEGGE DELL'EDITORIA CHE CONFERMA L'EQUIPARAZIONE DEI GIORNALI IN INTERNET A QUELLI CARTACEI E VIA ETERE: NON E' PIU' UN INTERLOCUTORE CREDIBILE.

Firenze, 1 Maggio 2001. E' bene ancora tornare sulla questione dell'informazione in Internet, dopo la legge sull'editoria che ha confermato che, anche in Rete, per le testate ci vuole un direttore responsabile iscritto all'Ordine dei Giornalisti.
Cosi' il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Lo avevamo detto e lo ribadiamo: la legge sull'editoria ha solo messo nero su bianco cio' che gia' prima era scontato e che solo grazie a qualche giudice veniva applicato, ma che, comunque, rappresentava una mina vagante per coloro che in Internet -non pochi- fanno informazione in liberta' rispetto ai vincoli dell'Ordine dei giornalisti.
Il sottosegretario all'editoria, Vannino Chiti, si e' strappato le vesti per dirci cio' che non e' vero: si tratterebbe di un provvedimento che riguarda solo chi vorra' chiedere contributi rispetto alla legge sull'editoria, ma non gli altri. Mai balla piu' grande fu pronunciata in perfetto stile "sonnifero" e trasformismo, e, siccome non siamo nati ieri, per crederci lo vorremmo scritto nero su bianco, ma sappiamo che non sara' mai possibile, stante la situazione normativa.
La novita' di oggi e' che anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo, sul "ILSole24Ore" di oggi, smentisce il sottosegretario Chiti, sciorinandoci tutta la normativa che imporrebbe comunque il direttore responsabile iscritto all'Ordine anche per le testate in Internet, gia' dalla legge sulla stampa del 1948, aiutata ad essere piu' esplicita dalla recente legge sull'editoria: piu' esplicita significa che gia' prima di quest'ultima legge era cosi', tant'e' che, nel 1997, un'ordinanza del Tribunale di Roma impose al sito/testata Interlex la conformita' alla legge sulla stampa del 1948.
E' evidente che in una situazione in cui le menzogne (o le interpretazioni forzate per evitare l'aggregazione di un dissenso, poco importa la specifica) sono erette a materia di confronto, si va poco avanti: noi siamo abituati a confrontarci in un ambito di certezza di cio' di cui si sta trattando, con il confronto delle posizioni, altrimenti crediamo che si stia solo perdendo tempo, e preferiamo andare per la nostra strada, individuando i mezzi di contrapposizione frontale con la controparte, per obbligarla, con gli strumenti soprattutto della democrazia diretta, a prendere atto di una nostra forza superiore alla loro che aspira a trasformare la legge.
Quindi oggi Vannino Chiti e i suoi spalleggiatori (essenzialmente gli onorevoli Stefano Passigli e Giuseppe Giulietti), non li consideriamo piu' come nostri interlocutori istituzionali, non ne hanno le credenziali. Non sappiamo chi saranno i loro consimili nel prossimo governo, e cosa diranno in materia, ma per noi il punto fermo e centrale della questione resta l'abolizione dell'obbligo di iscrizione all'Ordine dei giornalisti per il responsabile di una testata giornalistica (Internet o cartacea che sia). Il resto sono chiacchere.
 
 
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