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LOTTERIE, MONOPOLI, POSIZIONI DOMINANTI
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Comunicato 
12 novembre 1999 0:00
 


CHIESTO L'INTERVENTO DELL'AUTORITA' GARANTE PER LE TELECOMUNICAZIONI E DELL'ANTITRUST PER LE TRASMISSIONI RAI-TV ABBINATE A LOTTERIE E "GRATTA E VINCI"

Firenze, 12 Novembre 1999. "Gratta e vinci" con la doppia possibilita' di vincere, quella immediata e quella di vedere in tv i segni zodiacali trovati sul bigliettino comprato in tabaccheria. Lotteria di Capodanno con premi intermedi e premioni finali per la Befana, tutto in tv, nello show per eccellenza di fine anno, che la Rai-Tv manda sul primo canale nell'ora di massimo ascolto.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E se a un giochino simile, gestito in regime di monopolio, volessero attingere Mediaset o il Gruppo Cecchi Gori per procacciarsi piu' utenti che seguano le loro trasmissioni? Crediamo che sia impossibile. E siamo confortati dal fatto che non abbiamo mai visto un "gratta e vinci" sponsorizzato da Italia-1 o Telemontecarlo.
Siamo in presenza di una iniziativa dello Stato, esercitata in regime di monopolio, che favorisce un altro ente dello stesso Stato, monopolista a sua volta per il servizio pubblico, ma che -per quello che eufemisticamente viene chiamato servizio non pubblico- agisce in regime di concorrenza.
E' bene ricordare che la Commissione europea ha aperto un'indagine sulla Rai rispetto al fatto che gode dei vantaggi di una tassa (il cosiddetto canone d'abbonamento) e agisce in un mercato in concorrenza: a Bruxelles stanno ancor aspettando i bilanci separati che il presidente Rai ha promesso, per dimostrare che i soldi pubblici li usa per il servizio pubblico, mentre gli introiti pubblicitari li usa per il servizio non-pubblico.
A questi dubbi in sede comunitaria, noi aggiungiamo questi altri sulle lotterie, e chiediamo l'opinione del Garante per le Telecomunicazioni e dell'Antistrust, per sapere se ravvedono nel comportamento Rai gli estremi di concorrenza sleale e abuso di posizione dominante, con la conseguenza di competere su un mercato godendo di privilegi istituzionali che i suoi concorrenti non potrebbero avere.
 
 
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