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MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE O VETRINA DELLE IDEE DEL MINISTRO IN CARICA?
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Comunicato 
20 maggio 2000 0:00
 


L'ADUC CHIEDE AL PRESIDENTE AMATO DI FARE A MENO DI QUESTO MINISTERO INUTILE.

Firenze, 20 Maggio 2000. Il ministro delle Politiche Agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, e' intervenuto ad un meeting parallelo a quello della prima mostra sulle biotecnologie, in corso a Genova, ribadendo la sua contrarieta' all'uso della biogenetica in ambito agricolo, motivando in questo perche' aveva levato il patrocinio del suo ministero al convegno, a differenza del patrocinio del Governo, che, invece, e' stato confermato.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
L'on.Alfonso Pecoraro Scanio e' libero di avere le sue opinioni e anche di darsi da fare perche' siano diffuse e realizzate, e non nascondiamo che con diverse siamo anche d'accordo. Altra cosa, pero', e' il ministro, che, secondo leggi e Costituzione, e' chiamato a governare, non a fare il partigiano. Il governo delle politiche agricole, a nostro avviso, non dovrebbe passare per il partito dei Verdi, ma attraverso la capacita' di chi ha ricevuto questo incarico, garantendo oggettivita' d'applicazione.
Ci rendiamo conto che con il ministero delle Politiche Agricole e' quasi impossibile farlo, perche' la materia e' andata oltre i confini in cui era stata limitata, trasferendosi nelle competenze del ministero dell'Industria, mentre lo specifico agricolo riguarda solo pregievoli prodotti di nicchia, che, per essere governati, e' piu' che sufficiente che lo siano da parte delle Regioni. A livello nazionale sarebbe stato piu' che sufficiente un sottosegretariato all'agricoltura nell'ambito del ministero dell'Industria, ma -nonostante un referendum che aveva abrogato il ministero dell'Agricoltura- continuiamo a tenerci questo ormai ente inutile, e per di piu' presieduto da chi, solo qualche anno fa, aveva promosso la sua abrogazione. Una sorta di beffa della storia ordita dalla politica.
In questo ambito, e con questi poteri, il ministro Pecoraro Scanio, non trova di meglio che credere che tutta l'agricoltura possa essere gestita alla stregua dei prodotti di nicchia, e trasforma le sue legittime posizioni in quelle dello Stato.
Ci rivolgiamo al Presidente Giuliano Amato: assottigli il suo Governo facendo a meno del ministero delle Politiche Agricole, l'occasione c'e' ed e' confermata dall'uso che ne sta facendo il ministro in carica: una vetrina delle sue idee piuttosto che il governo della materia. Oltre al rispetto dell'esito referendario, e ad un risparmio notevole in denaro, se ne potrebbe avvantaggiare l'agricoltura italiana.
 
 
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