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MONOPOLIO FARMACIE E MONOPOLIO FARMACISTI
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Comunicato 
4 giugno 2001 0:00
 


DOPO IL MONOPOLIO SULLE VENDITE DEI FARMACI DA BANCO, VORREBBERO ANCHE QUELLO SULL'INFORMAZIONE SUI BENEFICI DELL'ASPIRINA E DELLE POMATE CONTRO I REUMATISMI

Firenze, 4 Giugno 2001. Un'indagine dell'associazione "Help me" sul potere della televisione nel consigliare l'uso dei farmaci, ha messo sull'allarme l'ordine dei farmacisti, il cui presidente nazionale, Giacomo Leopardi, ha fatto sapere che "il farmacista e' l'unica figura sanitaria preparata che puo' dare consigli per spiegare gli effetti di un farmaco senza ricetta", e si e' lamentato che nelle trasmissioni tv i farmacisti non sono invitati.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
L'Ordine dei commercianti che, in regime di monopolio, vendono farmaci che in altri Paesi si acquistano al supermercato, si e' fatto sentire: rivendica il suo monopolio anche sull'informazione farmacologica. Non gli basta che chi fa queste trasmissioni confermi la professionalita' delle sue fonti (come hanno fatto alcuni conduttori di note trasmissioni in materia), ma rivendica anche l'unicita' del suo apporto. E' evidente che, in mancanza di credibilita' acquisita per meriti, lo spazio professionale sia rivendicato grazie alle posizioni e al potere corporativo: perche' il nostro non ci dice che in questa o quell'altra trasmissione sono stati dati consigli sbagliati e/o superficiali (e magari che il suo Ordine sia intervenuto denunciando la pericolosita' anche all'autorita' giudiziale), ma che solo i farmacisti sono in grado di dire se e come l'aspirina deve essere somministrata e se e come la pomata che allevia un reumatismo temporaneo sia quella giusta o meno .. perche' e' di questo che stiamo parlando.
Certe volte la difesa della propria posizione di rendita, e il timore di perdere il monopolio della distribuzione dei farmaci da banco, fanno fare cose strane che, alla fine, danno un effetto contrario di cio' che si auspicava.
Noi non sappiamo se le informazioni che vengono date nelle varie trasmissioni tv sull'auto-cura siano giuste o sbagliate: presupponiamo che, visto il perdurare di queste trasmissioni, la mancanza di rilievi da parte dei consumatori e dei professionisti del settore, non facciano alcun male e che, anzi, al confronto con tante altre trasmissioni che invece si portano dietro valanghe di critiche, siano anche abbastanza gradite ai telespettatori e potenziali consumatori di farmaci da banco. E per quanto ci riguarda sono anche foriere di un'informazione diffusa che e' bene che sia tale, e non solo patrimonio di chi, come i farmacisti, dice di farla ogniqualvolta da' una scatoletta (rigorosamente avvolta in un pezzo di carta fermata con nastro adesivo) in cambio di denaro; scatoletta che grazie al monopolio viene fatta pagare quattro/cinque volte il suo prezzo di mercato (il costo dell'Aspirina in Italia, rispetto ai supermercati Usa, e' solo uno degli esempi piu' lampanti).
E' evidente che, nel finto processo di liberalizzazione in corso nel settore delle farmacie comunali (dove la proprieta' viene venduta a societa' sotto l'assoluto controllo degli stessi Comuni), il timore di dover fare i conti con un mercato dove si premia chi e' bravo ed economico e non chi e' unico, passa anche dal tentativo di espandere il proprio potere di corporazione nell'informazione.
 
 
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