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MUCCA PAZZA SEMPRE ATTIVA
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Comunicato 
14 luglio 2000 0:00
 


IL BOLLETTINO DI GUERRA OGGI SEGNALA QUATTRO NUOVI MORTI IN INGHILTERRA.
L'ADUC CHIEDE AI MINISTERI DELLA SANITA' E DELLE POLITICHE AGRICOLE DI ATTIVARSI PER UN EMBARGO VERSO GRAN BRETAGNA E FRANCIA.

Firenze, 14 Luglio 2000. La Bbc ha fatto sapere che in un villaggio del Leicestershire, nel cuore dell'Inghilterra, cinque persone sono morte a causa di contagio con la versione umana (cjd) della malattia della mucca pazza. Sono 12 le persone morte per questi motivi dall'inizio dell'anno, mentre l'anno scorso -per tutto l'anno- erano 13; le autorita' sanitarie britanniche fanno sapere che le persone contagiate in tutto il Paese, sono una settantina.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
A quasi un anno dalla riapertura dei mercati britannici (l'embargo Ue fu levato lo scorso 1 agosto), la situazione, invece di volgere al meglio, sta degenerando. E non ci sentiamo eccessivi nel crederlo, perche', purtroppo, i fatti tragici parlano per noi. In Francia vige ancora questo embargo, nonostante il deferimento di questo Paese alla Corte di Strasburgo da parte della Commissione Europea. Sempre in Francia, il ministro dell'Agricoltura ha di recente fatto sapere che ci sono forti dubbi sulla bonta' dei metodi di individuazione della malattia, perche' nonostante il loro uso scientifico nella prevenzione, il morbo continua a diffondersi.
L'embargo c'e' ancora da parte degli Usa, Australia e molti Paesi del Commonwealth. Non solo, ma sempre negli Usa e Australia, oltre a Canada e Giappone, continua ad essere vietata l'importazione di sangue proveniente da donatori che abbiano soggiornato in Gran Bretagna per almeno sei mesi tra il 1980 e il 1996 (in Italia, le nostre segnalazioni in materia sono state ignorate dalle autorita' preposte).
In Italia, intanto, l'ultima ricerca di una certa consistenza e' quella dello scorso marzo, fatta dall'Istituto zooprofilattico dell'Universita' di Torino che -per capire il livello a cui siamo- ha fatto sapere che, a fronte dei 235 casi l'anno che l'Ue prevede che debbano verificarsi in Italia, ne sono stati individuati solo 101, in quanto "da noi non si conoscono perche' non si cercano". Qui, per fortuna, il fenomeno e' ancora circoscritto, e i casi di contaminazione umana sono sulle dita di una mano, il piu' recente lo scorso aprile a Napoli. Ma non e' detto che non facendo nulla la situazione continui cosi'.
Quello che succede oggi in Inghilterra e' sintomo di una situazione tutt'altro che sotto controllo. Perche' se succede in Gran Bretagna -dove controlli e investimenti sono al massimo- ci viene lecito domandarci cosa stia covando negli altri Paesi, che hanno ripreso a mangiare la carne britannica, e continuano a mangiare quella francese, danese e portoghese … per citare i Paesi da cui arrivano dati sulla diffusione del morbo.
Dobbiamo continuare ad aspettare indicazioni da quei poco lungimiranti della Commissione Europea (con in testa il commissario alla sanita' e diritti dei consumatori David Byrne), che l'unica cosa che hanno fatto e' sacrificare sull'altare degli equilibri politici la salute dei consumatori europei? Forse non e' proprio il caso.
 
 
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