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OCSE E COSTO DELL'ACQUA DA
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Comunicato 
15 ottobre 1999 0:00
 
AUMENTARE
NEL CONTO SI E' DIMENTICATA L'ACQUA MINERALE CHE I CONSUMATORI IN MOLTE CITTA' SONO COSTRETTI A COMPRARE PER NON BERE DEL LIQUIDO IMBEVIBILE

Firenze, 15 ottobre 1999. L'Ocse, in un suo studio sui consumi dell'acqua, ha tra l'altro valutato che in Italia si paga troppo poco per questo servizio, e che la famiglia italiana -considerati i suoi livelli economici medi- potrebbe ben sopportare un aumento dei costi.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Ci sembra una valutazione approssimata e incompleta. Se e' vero che l'acqua in Italia, in valori assoluti, costa meno di altri Paesi, bisogna pero' ricordarsi due fatti non secondari.
Il primo e' che ogni prezzo, se confrontato con quello di altri Paesi, va sempre commisurato con i costi della vita e il reddito medio per ognuno dei due Paesi: se -come viene evidenziato- l'acqua in Italia viene pagata quasi un quarto rispetto alla Danimarca, non si fa informazione, ma si cercano effetti speciali per giustificare un proprio probabile assunto aprioristico, perche' in Danimarca la vita e il reddito medio non sono uguali all'Italia, ma, come minino, sono piu' del doppio.
Il secondo e' che non si puo' estrapolare il costo di un prodotto base indispensabile da quelle che sono le conseguenze della sua qualita'. L'Ocse, nel suo calcolo, ha forse considerato quanto mediamente un italiano spende per l'acquisto di acqua minerale o di sorgente, che spesso e' costretto a bere per la sgradevolezza di quella erogata dal rubinetto? Una spesa che a nostro avviso andrebbe considerata per capire quanto realmente un italiano spende per il suo approvvigionamento idrico.
E crediamo che i numeri dell'Ocse, in questo caso, sarebbero un po' diversi. Ci rendiamo conto che il consumo di acqua del rubinetto e' molto piu' consistente rispetto a quello delle minerali, ma il costo bimestrale di queste ultime -per esempio- va molto oltre quello di qualunque bolletta media dell'acquedotto. Ci sembra che l'Ocse abbia escluso questo tipo di calcolo perche' considera l'acqua minerale e di sorgente alla stregua delle bibite; e cosi' e' per quasi tutti i Paesi europei e nordamericani, dove infatti una bottiglina di acqua minerale costa quanto una bibita; ma non e' cosi' in Italia, dove, tra l'altro, le confezioni piu' diffuse non sono quelle da 200 cl (come, per esempio, per un'aranciata) ma quelle da 1 litro e mezzo: una differenza che dovrebbe far riflettere sull'uso che viene fatto di questa "bibita" che invece e' solo acqua, pagata ad
 
 
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