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ORARI DEI NEGOZI
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Comunicato 
8 luglio 2000 0:00
 


CONSUMATORI, COMMERCIANTI ED IMPRENDITORI STANNO PAGANDO I COSTI DELLA NON-LIBERALIZZAZIONE.

Firenze, 8 Luglio 2000. Il ministero dell'Industria ha pubblicato una risoluzione (n.504667 del 19-5-2000) in cui boccia la possibilita' di aperture generalizzate dei negozi dopo le ore 22: deve essere consentita solo ad un numero ristretto di negozi, e solo in presenza di particolari necessita' che rispondano alle esigenze dell'utenza. La risoluzione del ministero e' intevenuta bocciando una delibera comunale che voleva, per l'appunto, derogare al decreto legislativo 114/98.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Se questa risoluzione la mettiamo insieme al fatto che la legge Bersani e' ancora al palo, le cosiddette vendite sottocosto -anche se e quando la nuova legge sara' varata- continueranno ad essere vietate o ghettizzate in limitati e circoscritti periodi, mentre l'immobilismo delle amministrazioni locali (cosi' come rilevato anche dall'Antitrust) determina un impatto negativo sulle dinamiche della concorrenza …. se tutto questo lo mettiamo insieme, si capisce come e perche' per il consumatore sia ancora lontano il mercato, e la possibilita' di condizionarlo con le sue scelte e i suoi desideri.
La risoluzione anti liberalizzazione degli orari poi, in una stagione come l'estate, che ben si presta a utilizzare orari serali per uno shopping che e' quasi impossibile fare alle 4 del pomeriggio, da nord a sud dello stivale, e' proprio l'espressione di come ci hanno preso in giro e continuano a farlo. Tutti ricordiamo il gran parlare di liberalizzazione che ci fu in occasione dell'approvazione della legge Bersani, e noi, quasi unici, che facevamo rilevare come fosse solo la stessa logica antiliberalizzatrice che si adattava ai nuovi tempi, scremando le contraddizioni piu' evidenti e facendo si' che il controllo delle amministrazioni sul commercio al dettaglio continuasse come prima, a danno di consumatori, commercianti ed imprenditori.
E cosi' continua. Se al ministero non credono che sia un'esigenza dell'utenza estiva quella di avere negozi aperti fino alle cosiddette ore piccole, vuol dire che siamo ancora molto lontani dal mercato, molto lontani da quei giochi in liberta' dell'economia e del commercio che, soli, consentirebbero anche il salvataggio di tante piccole aziende commerciali che, invece, vengono condannate alla chiusura.
E in questi giorni, con l'avvio dei saldi in molte citta', assisteremo al nuovo assalto e agli abituali intasamenti di negozi e centri storici, di persone che, pur di comprare a saldo, acquisteranno anche cio' che non gli serve.
 
 
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