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PENSIONI E RIFORMA
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Comunicato 
23 novembre 1999 0:00
 

PER NON CONTINUARE A PARLARSI ADDOSSO OCCORRE UN ATTO CONCRETO CHE DIA UN INDIRIZZO DI RISPARMIO: ABOLIRE LE PENSIONI D'ANZIANITA'.

Firenze, 23 Novembre 1999. Il presidente del Consiglio ha sostenuto che i tempi della riforma delle pensioni andrebbero accelerati.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Non sappiamo se le intenzioni del presidente D'Alema siano diverse da quello che dice, ma se fossero oltre le numerose interpretazioni che i vari politici -di governo e di opposizione- stanno fornendo per il tornaconto di questa o quella fazione, avrebbero bisogno di gambe e corpo, e non solo parole.
Purtroppo il luogo in cui ha deciso di comunicare agli italiani questo suo desiderio, non e' stato dei migliori: il vertice dei capi di governo di domenica scorsa a Firenze, che, se a qualcuno e' riuscito a comunicare qualcosa di diverso da trattorie e giullari, siamo curiosi di conoscerlo.
Non solo. Ma il desiderio di D'Alema viene dopo due piccoli tonfi proprio sulla materia: l'aumento di 18 mila lire nette mensili per le pensioni sociali e l'aumento di 18 mila lire lorde mensili per i carabinieri. Due elargizioni da ascrivere nell'albo delle miserie umane: per i pensionati sociali perche' gli e' stata sbattuta in faccia la condizione miserabile che vivono con una pensione di mezzo milione al mese, per i carabinieri con la conferma del "ben servito e zitto" dopo una vita passata decisamente in trincea a difesa dello Stato.
E poi domenica prossima ci sono le elezioni politiche suppletive in alcuni importanti citta', tra cui svetta Bologna, le cui sorti stanno molto a cuore al presidente del Consiglio, tant'e' che ci e' anche andato a fare campagna elettorale.
E' una situazione un po' anomala, e qualcuno potrebbe risponderci che, nella posizione in cui e' Massimo D'Alema, qualunque situazione presenterebbe anomalie, e un pizzico di sensatezza questa risposta lo ha.
E allora? Solo i fatti potrebbero fare piazza pulita. Ma, per ora non ci sono, tranne timide avance di chi -piu' per dovere di parte che altro- ha ripreso le stesse espressioni del presidente del Consiglio.
Noi crediamo che, invece, occorrerebbe un segnale forte, da far capire cosa si intende per risanamento dell'ormai vicino baratro delle casse dell'Inps, colpendo li' dove la situazione e' piu' discriminante e dispendiosa: l'abolizione delle pensioni di anzianita', che avrebbe come effetto immediato il freno al pensionamento anticipato.
Tra l'altro e' una materia su cui e' pendente anche un referendum che, se si dovesse tenere, non e' difficile immaginare il risultato abrogativo: per cui ci risparmieremmo anche le spese per un referendum.
Fatto questo, si potrebbe anche ridiscutere tutta la materia, e si eviterebbe quel parlarsi addosso che ha gia' preso il via sui tempi dell'attuazione della riforma Dini.
 
 
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