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POLLI THAILANDESI SICURI? PIU' DI UN LEGITTIMO DUBBIO CI INDUCE A SCONSIGLIARNE IL CONSUMO
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Comunicato 
28 luglio 2003 0:00
 

Firenze, 28 Luglio 2003. La Commissione Europea ha deciso di ridurre i controlli sui polli che arrivano dalla Thailandia. Obbligatori da marzo del 2002, dopo la scoperta di pollame con residui di nitrofuran (antibiotico proibito nell'Ue), i controlli saranno ora applicati solo al 20% della merce importata e gia' certificata come sana dalle autorita' sanitarie thailandesi. Secondo la Commissione il piano d'azione intrapreso dalle autorita' thailandesi e i risultati dei controlli effettuati dagli Stati membri hanno dimostrato un "netto miglioramento della situazione", anche perche' la Thailandia ha garantito che tutte le esportazioni, da settembre 2002, sono state sottoposte a test sistematici.

La situazione, a nostro avviso, e' tutt'altro che rassicurante. Per due motivi:
- Il "netto miglioramento della situazione", cosa vuol dire? Che prima, per esempio, venivano individuati dieci polli su 100 con tracce di nitrofuran ed ora sono solo due? E quand'anche fosse cosi', perche' per la nostra sicurezza alimentare ci dovremmo accontentare di un "netto miglioramento" e non di un'assenza di pericolo? - le garanzie della Thailandia sui test sistematici, cosa vogliono dire? Che le autorita' sanitarie della Ue ne hanno fatto verifiche cartacee o controlli paralleli autonomi?

Due motivi per cui abbiamo piu' che un legittimo dubbio che ci induce a sconsigliare il consumo di questi polli, ricordando che le etichette della carne devono contenere obbligatoriamente l'indicazione del Paese d'origine dell'animale.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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