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PREZZI BENZINA E ANTITRUST
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Comunicato 
11 luglio 2000 0:00
 


DOVE VIVE IL PRESIDENTE TESAURO? PERCHE' DIMENTICA SEMPRE L'ANOMALIA ITALIANA E FA FINTA DI ESSERE IN UN'EUROPA CHE NON C'E'?

Firenze, 11 Luglio 2000. Il presidente dell'Antitrust e' stato ascoltato dalla Commissione attivita' produttive della Camera, ed ha auspicato una modernizzazione della rete distributiva, che porterebbe ad una diminuzione del prezzo di vendita fino a 60 lire al litro. Inoltre ha auspicato fenomeni di pentitismo tra le imprese che sono state condannate per aver costituito cartelli, in modo da avere migliori informazioni e ridurre le pene pecuniarie gia' comminate.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Se da un lato bisogna riconoscere gli apprezzamenti internazionali che arrivano all'operato dell'Antitrust, non si puo' non evidenziare che il fenomeno e' decisamente italiano, quindi da Belpaese. Il richiamo di Giuseppe Tesauro alla necessita' del pentitismo, pur con i riferimenti a quanto di simile avviene in Gran Bretagna, non puo' che far sorridere, e confermarci che non e' cosi' che si potra' convincere il Parlamento e il Governo a fare una diversa politica energetica e, soprattutto, di fiscalita' energetica.
La peculiarita' del cosiddetto mercato italiano, non ha nulla a che fare con quella britannico. In Italia non ci sono aziende in concorrenza che, cercando di fare i furbi, fanno cartelli per condizionare i prezzi e bloccare la dinamica offerta/richiesta, ma c'e' uno Stato e, soprattutto, un Governo che obbliga le aziende del settore a fare accordi sottobanco con la sua azienda (Agip-Ip) per tenere alti i prezzi, e se ne frega di qualunque conseguenza come, per esempio, le multe comminate dall'Antitrust: i soldi che deve pagare, li versa nelle sue stesse casse di Stato/Governo.
Se si tiene conto di questa peculiarita', le parole pronunciate oggi da Giuseppe Tesauro nella Commissione parlamentare, si svuotano. Che senso ha parlare di una rete distributiva che soffre per il fatto che la vendita di benzina non e' un surplus rispetto ad altri prodotti (come in altri Paesi europei e non solo), ma che, invece, vede la benzina al centro dell'impresa e, intorno, altri prodotti? Che senso ha parlare di benzina venduta ai supermercati e che percio' potrebbe costare il 20-25% in meno?
Ma il presidente dell'Antitrust, dove vive? Non sa, per esempio, che ai supermercati esistenti e' vietato vendere benzina grazie alle forti lobbies dei benzinai, e non sa che oggi i supermercati nuovi non stanno aprendo perche' la legge Bersani sul commercio ha consegnato la concessione di autorizzazione nelle mani delle clientele politiche delle Regioni piuttosto che al mercato?
Perche' Tesauro fa l'elenco del libro dei sogni, evitando accuratamente di mettere il dito nell'anomalia che tutto condiziona e blocca: lo Stato/Governo imprenditore che fa regole per se stesso, costringe i concorrenti a stare al suo gioco, ammazza il mercato e sfrutta i consumatori?
Nelle parole del presidente dell'Antitrust non c'e' mai traccia delle cause, ma solo degli effetti, e quando cerca di indicare le soluzioni, fa finta che non ci sia un'anomalia distorsiva del mercato che va eliminata: e' il momento in cui Giuseppe Tesauro si trasforma da presidente dell'Autorita' garante della concorrenza e del mercato, in professore di economia e di storia, dimenticando la sua funzione prettamente politica e istituzionale.
 
 
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