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PREZZO DEI LIBRI E LEGGE SULL'EDITORIA
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Comunicato 
15 febbraio 2001 0:00
 


L'ADUC INVIA UNA PETIZIONE AL PRESIDENTE DEL SENATO: CI AIUTI A FAR CAPIRE AL LEGISLATORE CHE L'ANTITRUST, CON LE SUE NETTE E PRECISE INDICAZIONI, NON PUO' ESSERE MORTIFICATA NELLA SUA FUNZIONE ISTITUZIONALE

Firenze, 15 febbraio 2001. L'Aduc, a firma del suo presidente Vincenzo Donvito, ha inviato una petizione al Presidente del Senato, Nicola Mancino, in materia di prezzi dei libri e decisioni Antitrust. Signor Presidente,
La legge sull'editoria che il Senato si appresta a discutere ed approvare, e' stata arricchita da un emendamento sul prezzo dei libri, che ne sancisce il prezzo fisso e il tetto massimo per gli sconti al 10%.
Abbiamo diverse volte, gia' da quando nel luglio 2000 fu presentato il disegno di legge del ministro dei Beni Culturali a cui questo emendamento si e' ispirato, espresso la nostra contrarieta' a questo approccio al mercato del libro, riconoscendovi forti limitazioni per i consumatori e per il mercato piu' in generale. Confortati da analoghi inviti e prese di posizioni ufficiali dell'Autorita' Antitrust.
Oggi leggiamo che la Federazione Italiana Editori Giornali, per suo verso, ha espresso preoccupazione che', la mancanza di unita' di vedute proprio su questo emendamento, possa inficiare la conclusione del lungo percorso della legge sull'editoria.
Ma noi, Signor Presidente, chiediamo la sua attenzione non per perorare la causa dei consumatori o degli editori (sarebbe irrispettoso del valore e della funzione della sua carica istituzionale), ma quella dei cittadini, quindi di tutti gli italiani preoccupati della dialettica delle istituzioni, del suo funzionamento e, soprattutto, dell'utilita' delle sue dinamiche.
Cio' che ci preoccupa e' che un'Autorita', quale quella del prof. Giuseppe Tesauro, possa essere mortificata in quella sua funzione istituzionale voluta e decisa proprio dal Parlamento. Il richiamo ci sembra d'obbligo perche' l'Autorita' si e' espressa piu' volte in materia: lo scorso mese di luglio sul progetto di legge del ministro Giovanna Melandri, e il 13 febbraio sull'emendamento che ne ha recepito lo spirito. E se lo ha fatto con quella cognizione di elementi e di causa che sempre contraddistingue le sue pronunce, ha pero' mostrato una netta contrapposizione al contenuto dell'emendamento, svuotandolo, con argomenti ineccepibili (quale quello del mercato che, nell'attuale situazione, ha visto il 30% di crescita in un decennio), di qualunque significato di interesse comune. Una precisione e determinazione che se non fosse presa in considerazione dal legislatore, a nostro avviso, svuoterebbe le funzioni di praticita' istituzionale della stessa Autorita', mettendo in discussione la sua funzione e il suo supporto all'attivita' legislativa.
Signor Presidente, ci rivolgiamo a lei perche' esterni questa nostra preoccupazione, che' serva a far riflettere il legislatore sugli strumenti e sull'utilita' delle competenze che si e' dotato per meglio servire il Paese.
 
 
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