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PREZZO FISSO PER I LIBRI
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Comunicato 
14 febbraio 2001 0:00
 


GLI EDITORI INCAPACI SI GENUFLETTONO ALLE PRUDERIE IDEOLOGICHE E MORALISTICHE DI MINISTERO E GOVERNO, MENTRE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SI APPRESTA A FARE IL CONTRARIO DI CIO' CHE IMPEDIVA QUAND'ERA A CAPO DELL'ANTITRUST. CHI PAGA? IL SOLITO CONSUMATORE/SUDDITO!

Firenze, 14 Febbraio 2001. L'Antitrust ha fatto sapere ai presidenti di Camera e Senato che l'emendamento sul prezzo fisso dei libri al disegno di legge sull'editoria va evitato, perche' danneggia i consumatori. Un richiamo che segue quello gia' fatto ufficialmente lo scorso novembre al ministro dei beni Culturali, che e' il grande sponsor di questa legge.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
La fermezza dell'Antitrust ci incoraggia in quello che stiamo ripetendo da quando, lo scorso luglio, il ministro Giovanna Melandri presento' il suo progetto di legge: questa disciplina del mercato del libro e' a solo vantaggio degli editori e contro i consumatori.
Il "centro nazionale per la promozione del libro" (un nome e un'istituzione da minculpop), dovrebbe vigilare sulle politiche del libro, imponendo i prezzi e gli sconti, che non potranno essere oltre il 10% (5 per quelli scolastici), tranne -ovviamente- le deroghe concesse dallo stesso ministero (fatta la legge, trovato l'inganno, ma solo per chi e' nei favori del ministero).
Quel che piu' preoccupa, inoltre, e' la misera figura dell'Associazione italiana editori che, pur di "tirare a campare", preferisce farlo sulle tasche di consumatori/sudditi piuttosto che sulle proprie capacita' imprenditoriali. Infatti i migliori alleati di questo emendamento ammazza-mercato sono proprio loro, che' incapaci di misurarsi sul mercato si genuflettono alle politiche pianificate: perche' non si impegnano affinche' anche nei libri scolastici siano consentiti i banner pubblicitari, in modo che gli stessi costino meno? Bisognerebbe mobilitarsi contro le pruderie ideologiche e moraliste del ministero e del Governo, quindi, tanto vale accettare quel che passa il convento, perche' loro guadagnano lo stesso e chi ci rimette e' solo il consumatore.
La preoccupazione e' anche perche', come ci ricorda la stessa Antitrust, gli editori non possono neanche evocare una delle tradizionali nenie di crisi del settore, magari grazie alla grande distribuzione, perche' i punti vendita -proprio grazie alla situazione attuale che, anche se non totalmente libera, e' certamente meglio di quello che si vorrebbe introdurre con questo emendamento- sono aumentati in un decennio di oltre il 30%.
Infine ci preme ricordare che l'attuale presidente del Consiglio, Giuliano Amato, quand'era presidente dell'Antitrust, aveva bocciato come lesiva della concorrenza una proposta di regolamentazione del prezzo dei libri, per cui ci domandiamo cosa' fara' oggi, avvallerra' questa legge? C'e' qualcosa che non ci torna, visto che e' l'Antitrust che si esprime contro cio' che sta per fare il Governo con a capo l'ex presidente della stessa Antitrust. Ragioni di Stato e di un Governo che fa della liberalizzazione uno dei suoi cavalli di battaglia, o ci e' sfuggito qualche passaggio?
 
 
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