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PROCEDURA INFRAZIONE RC AUTO
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Comunicato 
12 luglio 2000 0:00
 


L'ADUC RIBADISCE LA SUE POSIZIONI CONTRO IL DECRETO ITALIANO, COSI' COME GIA' FATTO LO SCORSO 5 LUGLIO, E SPERANDO CHE QUESTA VOLTA LE LINEE TELEFONICHE TRA IL MINISTERO ITALIANO DELL'INDUSTRIA E LA COMMISSIONE EUROPEA NON SIANO ATTIVE.
UN CASO ISOLATO O IL PRIMO PASSO PER LEVARE TUTTE LE LEGGI CHE IMPEDISCONO LA LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO?

Firenze, 12 Luglio 2000. La Commissione europea ha deciso di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia, a proposito del blocco delle tariffe rc-auto grazie a quel decreto che e' stato chiamato anti-inflazione. Ci aveva gia' provato lo scorso 5 luglio, ma, a notizia gia' diffusa, smentirono e presero tempo (molto probabilmente per l'intervento di pompiere del ministro dell'Industria). Speriamo che questa sia la volta buona, e percio' ribadiamo le nostre posizioni.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Lo avevamo intuito e avevamo lanciato l'allarme: non si puo' aderire e promuovere una politica di liberalizzazione dei mercati e, su spinte populiste ed emotive, nonche' elettorali, fare il contrario. Non sappiamo cosa si inventera' il Governo per le giustificazioni che gli sono state chieste, e che in questa settimana dalla falsa partenza non e' ancora riuscito a mettere insieme ma, ormai abituati a tutto e, soprattutto, a cose e fatti che vengono presentati come il loro perfetto contrario, non ci stupiremo di nulla. Il settore liberalizzazioni, poi, rappresenta il piatto forte di questo doppismo tipico del Belpaese.
Lo ribadiamo: la medicina del settore non e' il blocco della liberalizzazione, ma la deregolamentazione e il controllo dello Stato per evitare accordi di cartello, oligopoli e monopoli travestiti. E le assicurazioni non sono proprio nuove a questi metodi, per cui il terreno e' fertile per slegare un mercato che alle prime liberalizzazioni non ha trovato di meglio che cercare altre catene, tutte contro e a spese dei consumatori, ovviamente.
La nostra preoccupazione e' che questo meccanismo delle procedure d'infrazione e dei controlli comunitari, sia un caso unico. Cosa fa il commissario Mario Monti nel suo ampio settore che dovrebbe vigilare proprio in questo senso? Siamo pieni di leggi che consentono, alla fine, l'imposizione di prezzi decisi solo da produttori e fornitori di servizi (che spesso sono lo stesso Stato, direttamente o tramite spa a controllo maggioritario o con il potere di golden share), e non dal mercato (solo nel settore energetico, ci sarebbe da far lavorare intere squadre di revisori per anni).
 
 
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