testata ADUC
PROROGATA LA BENZINA ROSSA
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
20 dicembre 1999 0:00
 


FINITA L'EMERGENZA, CON DUE ANNI A DISPOSIZIONE SI PUO' EVITARE UNA SCORPACCIATA DI ACQUISTI DI AUTOMOBILI E PUNTARE SU BENZINE ALTERNATIVE E TRASPORTO PUBBLICO.

Firenze, 20 Dicembre 1999. La Ue ha concesso una proroga di due anni all'avvio del divieto di vendita della benzina rossa. L'Italia era partita con una richiesta di tre anni, mentre all'Ue puntavano i piedi per 1 anno, e -come nei buoni mercati del Terzo mondo- la mediazione e' stata trovata cosi' come le due parti sapevano fin dall'inizio, ma con la necessaria messa in scena del "muso duro" dell'Ue e del "successo" italiano: storie dell'Europa che stanno costruendo ….
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
A questo punto siamo certi che le case automobilistiche cesseranno le loro pressanti e continue richieste di politiche di rottamazione: a garantire il mercato per loro ci ha pensato l'Ue, e probabilmente ci pensera' il Governo italiano continuando nelle sue attuali politiche dei trasporti basate solo sulla qualita' e non anche sulla quantita'.
In genere si e' portati a credere che non ci siano alternative, ma non e' proprio cosi'. Ci sono, e per la loro messa in opera i tempi della proroga Ue sarebbero piu' che ampi. Stiamo parlando della benzina che -in Gran Bretagna, per esempio, ma non in Italia- viene venduta con la sigla LRP (Lead Replacement Petrol), che e' sostituiva a tutti gli effetti della nostrana super con piombo: un carburante che abitualmente viene pubblicizzato -dalla Esso, per esempio- sulle riviste di auto fuoriserie per modello e meccanica, ma che, essendo di un certo pregio da collezionista, diversi automobilisti continuano ad usare. Sempre in Gran Bretagna, le uniche auto che consumano la LRP sono queste, quindi le esigenze sono limitate. Da noi il parco macchine interessato a questa benzina e' il 60% di quello circolante, e quindi bisognerebbe uscire dal giro del "pregio" e fare previsioni d'uso un po' piu' massicce, e sempre i due anni dell'Ue ci sembrano ampi.
Ci rendiamo conto che al Governo apparira' piu' semplice far guadagnare l'industria automobilistica; ma a questa semplicita' contrapponiamo la razionalita' di un sistema che non porrebbe limiti temporali, ma lo risolverebbe in via definitiva, consentendo agli automobilisti di decidere con serenita' quando e come cambiare la propria automobile. Non solo, ma siccome l'uso della benzina LRP potrebbe essere una realta' in pochi mesi, ci si avvantaggerebbe -rispetto ai due anni- anche per frenare l'inquinamento che deriva dalla combustione della super con piombo.
Ci sembra una soluzione piu' lungimirante, con in primo piano le esigenze di consumatori che non sono tali perche' obbligati a consumare come il Governo e lo Stato hanno deciso, ma perche' lo decidono loro rispetto a esigenze economiche e di qualita' della vita.
Il problema del trasporto urbano e' sempre piu' di quantita' dei mezzi che non di qualita' degli stessi; percio' occorrono politiche che diano alternative all'uso del mezzo privato: ma con realizzazioni e non discorsi bloccati da veti incrociati, cosi' come avviene in tutte le grandi citta' italiane ….. e delle scadenze temporali per le realizzazioni -imposte dal Governo centrale rispetto ad un piano nazionale- sicuramente risolverebbero un po' di problemi.
Se alla proroga Ue si rispondera' solo con l'obbligo a cambiare il proprio mezzo, si dara' un'accelerata all'intasamento da traffico, e non vediamo una grande differenza se ad intasare la strada ci sono 100 auto con la benzina verde o 100 auto con la benzina rossa, con l'aggravante che ci sono tutte le condizioni perche' quelle a benzina verde che intaseranno sostituendosi alle altre, diventeranno 150.



AUDITORIUM: MACCHE' RESCISSIONE DEL CONTRATTO, COMUNE E IMPRESE TRATTANO. LA CORTE DEI CONTI RISOLVA L'ENIGMA

Roma, 20 Dicembre 1999. Contrariamente a quanto annunciato, e alla faccia di Renzo Piano e del suo progetto di Auditorium, Comune e imprese non vanno verso una rescissione dei contratti, ma stanno trattando sulla nuova cifra richiesta dalle ditte costruttrici (circa 76 miliardi, dopo i 20 gia' incassati per compensare i "gravi errori progettuali di Piano", che farebbe lievitare i costi del 69%).
A questo punto solo la Corte dei Conti puo' e deve sciogliere l'enigma.
Il fallimento e' colpa delle imprese o e' colpa degli errori dell'architetto Piano? In entrambi i casi e' evidente il danno erariale di cui e' responsabile il Campidoglio per la mancata realizzazione -la gara di progettazione fu avviata nel '91, e nel '97 doveva essere completato. Una eternita' se paragonata ai 2 anni e 4 mesi per la realizzazione del Covent Garden, ai 4 anni e 8 mesi per il Guggheneim, ai 5 anni e 9 mesi per l'Opera' Bastille e ai 3 anni e 1 mese per il Ponte de Gama.
Il tutto a spese del contribuente, naturalmente.
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS