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RIFORMA DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI
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Comunicato 
7 agosto 1998 0:00
 

PER L'ADUC E' UN PRIMO, TIMIDO, PASSO PER FAR AVVICINARE UN SERVIZIO AI SUOI UTENTI. MA SE L'AVVOCATO SBAGLIA, CHI GIUDICA? ALTRI AVVOCATI: I LIMITI DI UNA PROFESSIONE REGOLATA DA UN ORDINE CORPORATIVO CHE, CREANDO PRIVILEGI, NON AIUTA I CITTADINI A FAR VALERE, CON LA GIUSTIZIA, I SUOI DIRITTI.

Firenze, 7 Agosto 1998. Il Consiglio dei ministri ha varato la riforma dell'Avvocatura.
"L'unica novita' eclatante, ci sembra l'abolizione del divieto borbonico di propagandare cio di cui si e' capaci professionalmente. Il resto sono questioni interne all'organizzazione dell'Ordine, e alla presunta professionalita' che ne nascerebbe dal farne parte, che non modificano la situazione attuale".
A parlare cosi' e' il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che continua:
"La pubblicita' di cio' che si sa fare, e' sicuramente pagante per l'utente, e questo e' un primo passo, ma timido, troppo timido, che non scalfisce la struttura corporativa dell'Ordine: il grosso ostacolo per qualunque riforma. Infatti, se un avvocato sbaglia, chi decide su di lui? Altri avvocati dello stesso Ordine: i controllati che sono anche controllori. E se un avvocato, in corso d'opera, non ha piu' la fiducia del suo assistito per motivi di dolo? Rimane solo la giustizia ordinaria! E quale altro avvocato entrera' in causa contro un suo collega? Nessuno. E, alla fine di questo giro, chi paga? Il solito utente, che paga in denaro e in mancanza di giustizia. Un Ordine, quindi, che serve solo a tutelare gli interessi dei suoi iscritti, e non dei fruitori dei servizi dei suoi iscritti. Una logica di amministrare la giustizia e il contenzioso, con al centro la figura della professione controllata e indirizzata in ogni minimo particolare, e non il cittadino che chiede giustizia: quest'ultimo non puo' che sottostare, perche' per lui non ci sono regole e diritti, ma solo prestazioni da pagare a scatola chiusa.
La riforma del ministro Flick non prende assolutamente in considerazione questo aspetto del problema, ma si cura solo di rendere piu' moderno il sistema di controllo, continuando ad alimentare la figura dell'avvocato come quella di un privilegiato che, in quanto tale,
 
 
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