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Risparmiatori e truffe finanziarie. Un Paese di allocchi o un alloco di Paese?
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Comunicato di Vincenzo Donvito
31 luglio 2020 13:01
 
  In piena estate, in piena crisi economica che più si va avanti più peggiora, in un Paese che solo in parte non ha rinunciato ai riti vacanzieri e che per questo potrebbe dare impressione di disponibilità e solidità finanziaria, esplode un ennesimo caso di promotori finanziari/truffatori che hanno falcidiato 1 milione e mezzo di risparmi che erano stati loro affidati per farli fruttare. La vicenda si è consumata tra Modena ed altre quattro città, coinvolgendo sette persone e col responsabile che è sparito con la cassa.
Lode alla Guardia di Finanza che li ha scoperti e che ci ricorda che le forze dell’ordine sono molto diverse da quelle della caserma Levante di Piacenza.

E’ incredibile come continuino ad esistere risparmiatori che si fanno coinvolgere da queste offerte, dando la loro fiducia a persone che probabilmente non conoscono e che si sono accreditate solo prospettando guadagni molto al disopra di quello che il mercato possa offrire. L’ignoranza, come sempre, è determinante. Ignoranza sulla finanza e i suoi strumenti. A cui danno il loro contributo lo Stato, i professionisti del settore e i media.

Lo Stato
Non esiste, se non in scuole specifiche, un’educazione finanziaria svolta dal servizio pubblico. In un Paese e in un mondo in cui è la finanza che muove i capitali, continua l’assenza di educazione/informazione da parte dello Stato. Lo stesso che accade con l’educazione civica che solo dal prossimo anno scolastico a piccole dosi si cercherà di insegnare nelle scuole. E per entrambe, finanza ed educazione civica, il risultato è che dall’ignoranza ne approfittano i malfattori, tali coi soldi e con la politica. Il potere del principe, dal tempo dei tempi, è sempre stato quello di detenere e non divulgare informazioni, sì che il popolo resti ignorante e possa essere meglio manipolato. Il principe dell’epoca, pur vivendo in democrazia, è stato sostituito dagli operatori della finanza e dai politici. Se gli amministrati e i risparmiatori fossero meglio educati/informati in merito, sarebbe molto più difficile che affidino soldi al primo imbonitore che promette guadagni impossibili o al primo politico che cattura il consenso elettorale con la pancia invece che con la testa.
Anche gli stessi organismi di controllo dello Stato in materia (Consob), lasciano il tempo che trovano: tardivi, parziali e condizionati dalle politiche dei governi di turno. L’attuale gestione Paolo Savona, brilla proprio per queste caratteristiche.

I professionisti del settore
Tranne rare eccezioni abbiamo a che fare con persone che si esprimono con linguaggi incomprensibili (aggravati dall’uso di termini in lingua inglese). Personaggi che, invece di diventare consulenti del risparmiatore rispetto alle sue esigenze e potenzialità, sono solo promotori dei servizi che devono vendete per i loro padroni.

I media
Rari i media specializzati e impostati sulla divulgazione, con loro specifici giri di lettori e diffusione piccolissima. In assoluto abbiamo a che fare con strumenti di informazione che sono o organi del loro partito economico (1), o pagine economiche dei grandi media. Queste ultime sempre relegate in secondo piano tranne che quando si occupano di scandali. Media sui quali, per le opinioni e i fatti che vi compaiono, occorre farci la tara rispetto agli investimenti pubblicitari di grandi operatori della finanza che compaiono sulle loro pagine o sui loro schermi.

Va da sé che il risparmiatore, del tipo di quello truffato e “salvato” dalla Gdf di cui abbiamo accennato sopra, sia un fenomeno frequente e diffuso. Ma visto quanto abbiamo ricordato ci rimane il dubbio che il nostro sia un Paese di allocchi o un allocco di Paese.

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