Roma, 26 Maggio 2000
Signori,
a fine giugno scadra' il mandato dei commissari alle Asl. E' evidente la delicatezza e l'importanza della questione in relazione alla situazione disastrosa della sanita' regionale. La norma e' che i manager scelti per le direzioni di ospedali e Asl sono uomini di partito o molto vicini al partito che li presceglie. Vale quindi in primo luogo la appartenenza politica o sindacale e poi le capacita' tecniche di chi dovra' dirigere la sanita' pubblica. Quando le Usl furono in passato amministrate da persone scelte dai vari partiti politici, gli ospedali si trasformarono in centri di potere del partito e i primari in uomini che a quel partito tendenzialmente facevano riferimento. Nella cosiddetta seconda Repubblica le Usl furono trasformate in Asl, cioe' aziende, ma l'unica differenza e' stata quella dell'aumento dello stipendio ai manager, che e' il piu' elevato di tutti i dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Nella fase attuale (terza Repubblica?) chiediamo che la salute dei cittadini sia posta in primo piano e che i comportamenti, le decisioni e le determinazioni siano altre. L'occasione e' importante: sulla scelta degli uomini deve valere innanzitutto la verifica delle competenze e delle capacita', anche con il criterio dello spoil-system che e' stato e, probabilmente sara', adottato.
Attendiamo.
Cordialmente, Primo Mastrantoni