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SCIOPERI DIPENDENTI ALITALIA
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Comunicato 
26 aprile 2001 0:00
 


PERCHE' CONTINUARE CON LA BARBARIE DEI BIVACCHI DI CHI NON PUO' USUFRUIRE DI UN SERVIZIO PER CUI HA GIA' PAGATO?
FORME ALTERNATIVE DI FAR VALERE LE PROPRIE RIVENDICAZIONI CI SONO, PERCHE' NON UTILIZZARLE?

Firenze, 26 Aprile 2001. Fine settimana disastroso per chi vorra' volare, con disagi annunziati tra i dipendenti dell'Alitalia, piloti da una parte e assistenti di volo dall'altra.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Con danni economici per tutti, soprattutto i consumatori che solo all'ultimo momento, poco prima dell'imbarco potranno sapere se il loro volo parte o meno, in quanto una programmazione lineare e' impossibile quando ci sono scioperi incrociati di categorie diverse, e il numero verde messo a disposizione dall'Alitalia, pur apprezzando l'iniziativa, crediamo potra' servire a poco.
E' una litania che si ripete e che, nonostante i precedenti, alcuno mostra intenzione di modificarla: e' quella di rivendicazioni che, manifestandosi con il blocco del servizio, non riescono neanche ad ottenere cio' che vorrebbero, cioe' pubblicita' per la loro presunta giustezza. Se c'e' qualcuno che conosce i motivi per cui questi dipendenti faranno sciopero, e lo abbia appreso dai mezzi di comunicazione di massa, ce lo dica, perche' noi proprio non ci siamo riusciti. Boicottaggio degli operatori dell'informazione? No, non crediamo: giustamente la notizia e' solo nel disagio che si procura, non nel perche' della rivendicazione, che' nessuno -se non gli addetti ai lavori- riuscirebbe a comprendere nelle sue sfumature. Un dato di fatto che dovrebbe quantomeno far riflettere chi continua ad usare l'arma dello sciopero per le sue rivendicazioni, e che non dovrebbe assolutamente meravigliarsi di incrociare passeggeri inferociti con tanta voglia di sputar loro addosso.
Noi non possiamo far altro che prendere atto di questa incapacita' di comunicazione e coinvolgimento che caratterizza i dipendenti che continuano imperterriti a remar contro i consumatori, e constatiamo che operano per negare a questi consumatori un servizio gia' pagato, con la coda degli ulteriori danni che ognuno ha da una mancata partenza.
Lo ribadiamo: chi ha rivendicazioni, fintanto che non le presentera' pagando eventualmente solo di persona, senza coinvolgere soggetti esterni, fa un gioco al massacro, soprattutto di se stesso.
Se l'obiettivo dello sciopero e' ampliare l'attenzione sulla propria presunta condizione di disagio, non possiamo non ricordare l'enorme attenzione che sempre i piloti Alitalia dell'Uilt, il 16 giugno del 2000, riuscirono ad ottenere sulle loro rivendicazioni con la decisione, come forma di protesta, di devolvere in beneficenza (associazione bambini cardiopatici) il guadagno di una giornata di lavoro.
Con lo stesso spirito, non facendo sciopero, ma informando capillarmente i consumatori (anche e soprattutto sul luogo in cui viene espletato il servizio, evidenziando la decisione di non aver volutamente creato disagio ai passeggeri), i dipendenti Alitalia, non credono che otterrebbero migliore pubblicita' e simpatia alla loro causa? O forse, siccome lo sciopero e' una forma di ricatto economico della controparte, i dipendenti Alitalia non credono che farebbero altrettanto ledendo l'immagine dell'azienda presentata come incapace di venire incontro alle esigenze dei suoi dipendenti? L'immagine ha un prezzo, anche molto piu' alto di qualche ora di blocco del servizio.
Queste forme diverse di rivendicazione senza sciopero, quantomeno avrebbero il vantaggio di spezzare la triade che oggi e' costretta al disagio (consumatore, azienda, dipendenti in sciopero), eliminando il consumatore, con in piu' il vantaggio di offrirgli la possibilita' di spezzare una lancia a favore delle rivendicazioni. L'alternativa a questo tentativo che proponiamo, e' la vera e propria barbarie dei bivacchi dei passeggeri/vittime in attesa di un servizio gia' pagato.
 
 
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