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SCIOPERO BENZINAI ANCORA
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Comunicato 
16 novembre 1999 0:00
 


CONTRO LA FINTA LIBERALIZZAZIONE:
NE' CON I BENZINAI NE' CON LO STATO .. E I SUOI CAMERIERI

Firenze, 16 Novembre 1999. Siamo alla confusione totale, dove le urla si levano in modo sconsiderato per far fronte all'emergenza: chi ha la proposta piu' bislacca e autoritaria si fa avanti.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Il gruppo di associazioni consumatori sponsorizzate dal ministero dell'Industria, senza probabilmente conoscere la legge, arriva anche a proporre la precettazione degli scioperanti: una richiesta che neanche il prof.Gino Giugni (presidente della Commissione di Garanzia) oserebbe fare. Ma il conforto arriva dal ministro Piazza che invoca una nuova legge sugli scioperi, che estenda anche ai lavoratori autonomi il precetto oggi previsto solo per quelli dipendenti.
Diritto di sciopero, liberta' di lavoro, liberta' sindacali? Discorsi da festival partitici di periferia. Quando il potere c'e', va usato in tutti i modi, e se le leggi non confortano? Cambiamo le leggi! E gli utili idioti assistiti dal ministero dell'Industria? Li' a far da coro, cercando di essere piu' realisti del re, per ingraziarselo meglio con proposte che neanche il re -il ministro Bersani- si sognerebbe di avanzare.
I sindacati dei benzinai raccontano frottole, con scenari di desertificazione delle pompe di servizio che sono ridicoli solo a sentirli pronunciare (forse in Germania, Francia, etc , dove le pompe sono molto meno che in Italia, c'e' un problema di approvvigionamento? Non ci sembra). Il fatto e' che i benzinai stanno difendendo -e malamente- una loro posizione di rendita: un commercio e un business costruito sull'esserci e non sulle capacita' di offerta, e l'incapacita' di vedere oltre il naso e capire che, se non vogliono essere avversari dei loro clienti, e' proprio con loro che dovrebbero allearsi ….. e non ci si allea con qualcuno creandogli difficolta' con lo sciopero.
Il Governo invece, dopo aver dimostrato la sua incapacita' con il ridicolo decreto della detrazione fiscale di 30 lire, continua imperterrito, facendo il muso duro sull'anticipo della cosiddetta liberalizzazione. Ma le parole hanno un senso o no? Quale liberalizzazione sarebbe quella che razionalizza meglio la distribuzione del business di due operatori, Stato/AgipIp e cartello dell'Unione Petrolifera? La strategia e' quella di arrivare sempre all'ultimo minuto, far si' che tutto divenga emergenza, di fronte alla quale anche le differenze piu' grosse si smussano, e la "salvezza della patria" diviene obiettivo principale.
Il problema e' un altro. Tutti lo sanno, ma fanno finta di niente, perche' le attuali "baruffe chiozzotte" tra benzinai e Governo/Stato sono solo il disperato tentativo dei primi di ritagliarsi una concessione feudale e far si' che, magari, dal duopolio attuale si passi ad un tripolio amministrato dallo Stato, con tanto di concertazione e blocco dei prezzi: tanto il pagatore e' obbligato ad acquistare e non ha alternative.
Un prezzo alla pompa costituito da oltre il 70% di carico fiscale e' il vero scandalo, insieme a quello che lo Stato fa le regole per se stesso (AgipIp). E sarebbe li' da concentrare l'iniziativa, altroche' attacchi contro la finta liberalizzazione. E infatti e' proprio li' che lo Stato non sente, non smuove, non discute.
Mai come in questo momento ci sentiamo in dovere di parafrasare il detto di Leonardo Sciascia, adattandolo all'occasione:
 
 
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