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SI' AL GAY PRIDE
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Comunicato 
28 maggio 2000 0:00
 


NONOSTANTE L'AUTORITARISMO CORPORATIVO E ANTICOSTITUZIONALE DEL SINDACATO UNICO DEGLI OMOSESSUALI

Firenze, 28 Maggio 2000. Sfilata Gay Pride Si', e sfilata Gay Pride No. Piu' o meno maschiamente o con un "ritrovato?" liberalismo, e' questo uno dei motivi conduttori su cui -ovviamente- per alcuni a corto di argomenti si misura anche la credibilita' del Governo, dell'economia e del flop turistico del Giubileo della Chiesa Cattolica Romana.
Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Abbiamo l'impressione che -in virtu' di questo tira e molla sulla manifestazione- esista una concezione del Diritto costituzionale a senso unico. Quello che crede essere il sindacato unico degli omosessuali (Arci gay), e che in questo modo agisce preservando corporativamente quelli che lui reputa appartenergli, dov'era lo scorso 13 maggio a Bologna, quando fu vietata la manifestazione del gruppo politico Forza Nuova? A sollevare interrogazioni parlamentari? A manifestare al passaggio del presidente Giuliano Amato che niente aveva fatto per impedire il divieto di quella manifestazione? Non crediamo, anzi, erano in piazza a manifestare contro quel raduno e a perorare la causa del divieto di manifestazione; non solo, ma non crediamo di essere estremisti se pensiamo che alcuni aderenti a questo sindacato degli omosessuali fossero anche tra le fila di quei ragazzi dei Centri Sociali che hanno messo a ferro e fuoco la citta' di Bologna per l'intero sabato 13 maggio, con danni economici ingenti per lo Stato e per l'economia.
Dov'e', allora, quel diritto costituzionale che viene evocato perche' sia celebrata la manifestazione romana del Gay Pride? Non c'e', anzi c'e' solo quando fa comodo alla propria corporazione. E tutti i politici che giustamente si indignano al ventilato divieto romano, cosa hanno fatto per il divieto del 13 maggio a Bologna?
Qualcuno dira': ma quelli di Forza Nuova sono fascisti, anzi nazisti, quindi non hanno diritto. A parte questa bizzarra concezione del diritto in uno Stato democratico moderno (provino a raccontarlo alle organizzazioni gay Usa che numerose dovrebbero venire a Roma … una risata li sepellira' …), ci preme ricordare che sono numerose le autorita' dello Stato (con in prima fila il presidente della Camera Luciano Violante) a ricordarci che e' finito il periodo dell'odio, e che e' ora di riconciliazione, con tanto di riconoscimento per i caduti anche della repubblica di Salo'. Ma questo non conta?
Verrebbe da dire che "chi di spada ferisce di spada perisce", ma saremmo banalmente uguali a questa corporazione del diritto a go-go e a senso unico che si chiama Arci Gay.
Percio' lo ricordiamo come battuta, ma ci guardiamo bene dal metterlo in pratica e dall'auspicarlo, perorando il diritto di ognuno a manifestare pacificamente il suo pensiero, dovunque.
 
 
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