testata ADUC
TELEFONI
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
25 ottobre 1999 0:00
 
CELLULARI E AEREI
NON INTERFERISCONO CON LE APPARECCHIATURE DI BORDO, E NON SI PAGANO LE TELEFONATE? SEMBRA DI SI'!
E' IN ATTO UN BLUFF A DANNO DEGLI UTENTI, PER ASSECONDARE L'INCAPACITA' TECNOLOGICA DEI GESTORI TELEFONICI?
L'ADUC CHIEDE L'INTERVENTO DEL MINISTERO DEI TRASPORTI, DEL COMMISSARIO EUROPEO AI TRASPORTI, NONCHE' L'OPINIONE DI ALITALIA ED ENAC.
Firenze, 25 Ottobre 1999. Il Wall Street Journal dello scorso 5 ottobre faceva sapere che nel 1996 la Federal Aviation Administration degli Usa aveva commissionato uno studio alla Radio Technical Commission for Aeronautics sul disturbo che le frequenze dei telefoni cellulari possono provocare sulle apparecchiature di bordo degli aerei. Il risultato fu negativo. E i motivi potrebbero essere ben altri, e solo di natura economica.
Il primo sta nel fatto che i telefoni a bordo di un aereo -a disposizione del pubblico- sono cellulari come quelli privati, solo che le telefonate vengono fatte pagare … e a prezzi ben piu' salati di quelli abituali.
Siamo maliziosi nel credere che ci sia stato un accordo con le compagnie telefoniche?
Cosi' domanda il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito, e continua:
e in violazione dei contratti che gli utenti stipulano con queste compagnie, dove, l'interruzione del servizio in particolari situazioni (durante un volo, nel nostro caso) non e' prevista?
Non e' un caso, infatti, che per la prima volta, in Usa, il divieto di usare i cellulari durante i voli, non venne dalla Federal Aviation Administration, ma dalla Federal Communications Commission, che e' investita del controllo sull'uso del telefono, non della sicurezza in volo. La FAA aveva sposato la causa della FCC solo per "ragioni di potenziali interferenze" che, crediamo, siano venute meno con lo studio di cui sopra.
Ma la cosa ancor piu' incredibile e' che -come ci fa sapere una ricerca della Telcordia Technologies Inc del New Jersey- i consumi dei telefoni cellulari usati ad alta quota non possono essere registrati dal software delle compagnie telefoniche, ragion per cui chi telefona in volo lo puo' fare gratuitamente. Siamo maliziosi nel credere che anche qui ci sia un accordo delle compagnie aeree con quelle telefoniche, per far pagare agli utenti l'incapacita' tecnologica dei gestori di telefonia mobile? Se poi pensiamo che in Gran Bretagna, nel 1998, un passeggero della British Airways e' stato condannato ad un anno di prigione per essersi rifiutato di spegnere il suo cellulare una volta che era a bordo di un aereo verso la Spagna, si capisce come i risvolti di questa situazione possono anche divenire tragici.
A questo punto non possiamo non chiedere lumi a chi ha l'autorita' e a chi ne e' investito in prima persona.
Lo chiediamo alla piu' importante compagnia aerea italiana l'Alitalia (che, tra l'altro e' ancora a capitale pubblico) e all'Enac (Ente nazionale per l'Aviazione Civile), nonche' al ministero italiano dei Trasporti e al suo equivalente Commissario Europeo.
La domanda che rivolgiamo e':
su quali basi scientifiche e di prevenzione si basa il divieto dell'uso dei cellulari durante il volo aereo? Fino a poco tempo fa l'uso di questi telefoni era consentito solo fino all'ingresso delle zone franche degli aeroporti; forse il passaggio attraverso il metal detector era come quello delle Colonne d'Ercole di un tempo? Il fatto che oggi, invece, e' consentito telefonare fino alla chiusura degli sportelli degli aerei, non fa venire il sospetto che le "certezze" scientifiche di un tempo non erano tali? Quali iniziative sono in corso, alla luce di questi studi americani, tra l'altro

 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS