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Cancro e Rai. Il teatrino dei missionari che ci vogliono salvare...
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Editoriale di Vincenzo Donvito
24 marzo 2010 7:45
 
Scena prima
Entro il 2013 vogliamo vincere il cancro. Cosi' il presidente del Consiglio dei ministri sabato scorso durante una manifestazione a Roma della sua parte politica. Non le elezioni o la disoccupazione, come ci si aspetterebbe da un politico in una manifestazione politica. Ma il cancro. Entro tre anni. Ho pensato a due miei cari amici che hanno questa malattia e che, per il momento, ci vivono accanto dopo una intensa terapia a base di chemio. Ho pensato se era il caso che consigliassi loro chi votare alle prossime elezioni per facilitare il debellamento del loro male. Ma siccome hanno entrambi il cervello che gli funziona, come minimo mi avrebbero mandato a quel Paese, e ci ho rinunciato. E mi sono domandato: chissa' se il presidente del Consiglio sia stato mandato a quel Paese anche dai 150.000 manifestanti -o 1.000.000 che fossero- che lo ascoltavano in piazza. Non lo so. Ma mi rimane impresso in mente quel “entro il 2013 vogliamo vincere il cancro”. Mi ha molto colpito perche' pronunciato in quel contesto, non da un medico ad un simposio scientifico. E non ho potuto non pensare che proprio il Governo di questo presidente del Consiglio ha ridotto i fondi per la ricerca scientifica.
Torna tutto o sono io che ho dei problemi con la mia perplessita'?
 
Scena seconda
Il “primo sciopero degli abbonati”, la serata-evento “Rai per una notte” ci sara' giovedi' 25 a Bologna. Il presentatore Rai Michele Santoro “rompera' il silenzio” imposto ai talk show. Stiamo parlando della interpretazione che la dirigenza Rai ha dato alla norma della commissione di vigilanza parlamentare sulla Rai, che ha imposto la “par condicio” sulle trasmissioni di informazione durante la campagna elettorale per le regionali; “par condicio” che non contemplava la chiusura dei talk show che, invece, i vari conduttori si sono rifiutati di fare perche', per l'appunto, avrebbero dovuto rispettare questa “par condicio”.
“Chi e' fiero di pagare il canone decide di far sentire la sua presenza in un altro modo, con la partecipazione”. “Noi ci battiamo per la liberta' di espressione, ci battiamo anche per Berlusconi”,
dice Santoro, “vorremmo che ci fosse anche lui, ma e' una scelta sua quella di non esserci”. Alla manifestazione ci sara' anche Giovanni Floris, altro conduttore oscurato di “Ballaro'”.
Io ho ancora da conoscere qualcuno che sia “fiero di pagare il canone”, cosi' come ho ancora da incontrare -che pessime frequentazioni che ho....- qualcuno che partecipi entusiasta al “primo sciopero degli abbonati”... abbonati a cosa? Al pagamento di una imposta per il possesso di un apparecchio tv? Bah!! A quando lo sciopero dei contribuenti fieri di pagare, per esempio, l'Iva sulle bollette dell'acqua? Sembra di riascoltare l'ex-ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa quando diceva “Le tasse sono una cosa bellissima”... Il quotidiano l'Unita' di oggi 23 marzo titola in merito “Abbonati padroni della Rai”!!
Ho la non-vaga impressione che qualcuno non solo stia continuando a prenderci in giro, ma che abbia maggiormente volgarizzato -e quindi reso piu' stupido- il rapporto del cittadino contribuente con chi li usa come sudditi.
Torna tutto o sono io che ho dei problemi con la mia perplessita'?
 
Scena terza
(spazio libero a disposizione di chiunque non abbia ancora venduto il cervello).
 
 
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