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Diritto all'informazione e sito Aduc. Tribunale di Padova: illegittima la censura. Tribunale di Palermo: censurare
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Editoriale di Vincenzo Donvito
31 luglio 2007 0:00
 
Il tribunale di Padova ha fatto riattivare le parti del sito Aduc che erano state censurate in seguito ad un'ordinanza del medesimo tribunale.
Il tribunale di Palermo, su un caso diverso ma sempre di censura, ha dato torto all'Aduc ed ha fatto oscurare alcune parti del sito, rendendo anonima una lettera.
A seguire, in ordine temporale, le due diverse storie.

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Il Tribunale di Padova ha dichiarato illegittimo l'oscuramento delle pagine del nostro sito web che contenevano riferimenti con accezione negativa a Evolution Travel (marchio della societa' Dodotour srl), Dodotour S.r.l. e Luca Baldisserotto suo amministratore, riaffermando il pieno diritto dell'Aduc alla libera manifestazione del pensiero.
Questa in breve la storia. Dodotour srl e' una azienda che si occupa di vendite di viaggi online, tramite operatori commerciali che per iniziare l'attivita' pagano un costo di affiliazione. Alcuni utenti del sito hanno scritto a "Cara Aduc" svolgendo una serie di riflessioni sulla convenienza e redditivita' di tale affiliazione, ponendosi dubbi e avanzando ipotesi sulla attivita' realmente svolta dalla Dodotour, e notando come i maggiori utili pervenissero proprio dalle affiliazioni piuttosto che dai pacchetti viaggio venduti (1). Per inciso, simili deduzioni hanno poi portato l'Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) a sanzionare la Dodotour Srl per pubblicità' ingannevole (2).
A seguito di cio' Dodotour era riuscita ad ottenere dal Tribunale di Padova -Sezione distaccata di Este- un provvedimento di oscuramento del nostro sito. La cronistoria e' in un nostro precedente comunicato (3).
Contro il provvedimento di questo giudice, il cui effetto era impedirci (simili provvedimenti sono stati adottati anche nei confronti di altri) di pubblicare commenti negativi su Dodotour, ci siamo opposti e difesi in un'udienza che si e' tenuta il 13 luglio 2007 (4).
Il Tribunale di Padova ci ha dato ragione (5), facendo proprie le nostre difese, prima fra tutte il principio di diritto secondo il quale un giudice non puo', come accaduto ad Este, emettere un provvedimento di censura generalizzato ed applicabile a chiunque si renda responsabile, non tanto di diffamazione, quanto piuttosto di fare rilievi critici sull'operato della Dodotour.
Consigliamo a chiunque sia stato colpito da un simile provvedimento (ex art. 669 duodecies c.p.c.) nella vicenda in questione di chiedere al giudice istruttore del Tribunale di Padova -Sezione distaccata di Este, dott.ssa Elisa Rubbis- la revoca del provvedimento.
Quanto a noi i nostri legali stanno predisponendo una richiesta di risarcimento dei danni che questa assurda vicenda ci ha causato.

(1) Le lettere censurate e ora ripubblicate:
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(2) Provvedimento dell'Autorita' Antitrust per pubblicita' ingannevole:
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(3) Comunicato Aduc:
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(4) La memoria presentata da Aduc
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(5) Ordinanza del Tribunale di Padova:
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Ci e' stata notificata oggi (30 luglio) la decisione del tribunale di Palermo, giudice il dottor Fabio Di Pisa, di oscuramento di parte di una lettera pubblicata sul nostro sito nella rubrica "Cara Aduc", nonche' del pagamento delle spese legali complessive; lettera in cui ci veniva chiesta consulenza per il non-rispetto di un preventivo di riparazione da parte di un'autofficina del capoluogo siciliano.
All'udienza dello scorso 12 luglio, avevamo presentato una memoria difensiva (1) dove si esponevano le ragioni per le quali, a prescindere dai contenuti, la censura rischiava di costituire il primo passo verso la fine di "Cara Aduc" e, piu' in generale, della liberta' di espressione e di scambio di reciproche esperienze, senza le quali nostre rubriche, e la stessa rete di Internet, avrebbero perso il proprio potenziale di strumento di difesa del consumatore. Ci auguravamo che gli argomenti esposti potessero aprire gli occhi al di la' della mera applicazione di regole codicistiche degli anni '30 (codice penale Rocco) e potessero aiutare la giurisprudenza, in primis il Tribunale di Palermo, ad adeguarle ai nuovi e importanti mezzi di comunicazione di massa che, al contrario di quelli tradizionali, vivono e si caratterizzano grazie al contributo di tutti, ma proprio tutti i suoi fruitori. Con tutto cio' che ne derivava.
Ma il giudice non ha voluto sentire ragioni, nonostante noi avessimo offerto a questa autofficina lo spazio sul nostro sito, accanto alla lettera contestata (2), per replicare punto punto alle accuse fatte. Secondo il giudice "non puo' dubitarsi che il contenuto complessivo della lettera, per la presenza delle modalita' espressive, risulta avere una propria intrinseca capacita' lesiva dal momento che esprime di per se' un preciso e suggestionante messaggio atto a suscitare fra i soggetti che accedono al sito il convincimento che [...], ..... gestisce la propria attivita' commerciale in modo totalmente scorretto e spregiudicato, imponendo, talvolta, ai propri clienti, tramite vere e proprie offese e/o minacce, il pagamento di un prezzo superiore rispetto a quello pattuito"...."...a prescindere dalla natura del sito integra una vera e propria diffamazione"...."sussiste l'obbligo da parte del gestore della pagina web di verificare le fonti informative con grande oculatezza, esaminandone con diligenza la attendibilita' e controllando e verificando i fatti appressi. Lo stesso deve, inoltre, offrire la prova della cura posta negli accertamenti svolti per vincere dubbi ed incertezze prospettabili in ordine alla verita' della notizia". ... "il carattere lesivo dello scambio di esperienze dei consumatori (come definisce l'Aduc simili lettere) non viene meno".
Non ce ne voglia il giudice di Palermo, ma crediamo che non abbia considerato la nostra difesa nei termini auspicati, difesa tesa a far uscire una lettera dall'alveo della notizia e della cronaca (come sarebbe per un giornale), ponendola a rango di quel "confronto di esperienze" che il medesimo giudice considera con meno importanza di quella che le diamo noi.
E' la giustizia nel nostro Paese.
La stessa che, per motivi molto simili, ci ha visto vincenti pochi giorni fa a Padova (3) e che si pronuncera' fra non molto a Bari (4). Una giustizia che alimenta l'incertezza del diritto? Non lo sappiamo, ma ci auguriamo che, almeno in termini matematici (la conta, cioe', delle cause che perdiamo e quelle che vinciamo) ci dia ragione e che non ci dissangui in termini economici (l'Aduc e' autofinanziata e non accetta contributi dallo Stato). Noi lottiamo "solo" per l'affermazione di diritti e principi che riteniamo fondamentali nel nostro vivere civico e civile, e senza i quali crediamo che cittadini e consumatori sarebbe in maggiore balia di "furbetti" e profittatori. Ai giudici il difficile compito di cogliere i margini di quanto si sia fuori e dentro la legge. Alle carenze di quest'ultima, per esempio, l'applicazione di norme sulla stampa concepite quasi un secolo fa, quando era inconcepibile un uso cosi' massivo della comunicazione individuale attraverso un strumento altrettanto inconcepibile come Internet.

(1) clicca qui
(2) la lettera cosi' come appare oggi dopo la sentenza del tribunale di Palermo:
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