La relazione del presidente dell'Antitrust, Antonio Catricala', al Parlamento e' quanto di meglio ci possa essere oggi sul piano di un'economia di mercato. Analizzata nei particolari ci sarebbero alcuni rilievi, ma sostanzialmente secondari (per esempio, perorare i farmaci monodose invece di quelli venduti sfusi, non e' certo una buona indicazione per far calare i prezzi).
Ma, nonostante gli scontati apprezzamenti anche da parte del mondo industriale, definirlo libro dei sogni non ci sembra azzardato.
Valga per tutti un esempio. Catricala', per quanto riguarda i servizi pubblici locali, ha parlato di "fenomeni di consolidamento se non di vera e propria riaffermazione della proprieta' pubblica...", con un "rischio rappresentato dal conflitto di interessi quando l'ente locale e' al tempo stesso regolatore e azionista di controllo dell'impresa assegnataria della concessione".
Il cosiddetto pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni non parla affatto di abbandono di questa attivita' economica da parte degli enti locali. Anzi. E' proprio prevista una migliore normativa che razionalizzi l'esistente, cioe' monopoli o attivita' in aperto conflitto di interessi.
Ci domandiamo: se l'Autorita' preposta al passaggio al mercato denuncia come lesivo della concorrenza proprio quello che il Governo ha appena confermato, e questa denuncia rimane li', a cosa serve l'Antitrust?
E della fine di giugno il deferimento alla Corte di Giustizia europea da parte della Commissione Ue per le norme italiane sulla golden share, accusate di essere discrezionalmente intrusive e restrittive del libero movimento dei capitali. Norme che ingabbiano, per esempio, aziende ex-monopoliste quali Telecom, Enel ed Eni. Dopo questo deferimento da parte del Governo non c'e' stata alcuna iniziativa per evitarlo..
Tra golden share sulle aziende nazionali e monopoli locali, ci sembra che il "sistema liberalizzazioni" sia tutt'altro che confortante. E l'Antitrust e' li' che denuncia....