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Voto ai sedicenni, per ora in Austria. Ma come servirebbe in Italia e in Ue...
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Editoriale di Vincenzo Donvito
15 maggio 2007 0:00
 
Lo scorso 2 maggio, il Consiglio dei ministri austriaco ha approvato l'abbassamento dell'eta' per il diritto di voto. I sedicenni potranno esercitarlo in tutte le elezioni, mentre per poter essere eletti dovranno avere almeno 18 (35 per diventare presidente della Repubblica). La maggiore eta' e' rimasta a 18 anni.
E' bene ricordare che in Italia occorre avere 18 anni per votare alle amministrative, regionali, europee e per la Camera, mentre per il Senato l'eta' minima e' 25. Il diritto di elettorato passivo, invece, e' di 18 anni, tranne 25 per la Camera, 40 per il Senato e 50 per la presidenza della Repubblica.
Una bella differenza con la vicina Austria. Non c'e' che dire!
A nostro avviso recuperare questi due anni (18-16) all'elettorato attivo e tutti quegli altri all'elettorato passivo, sarebbe un ottimo contributo a svecchiare le istituzioni rappresentative, facendo decidere, e portando un po' di persone nei luoghi decisionali, con un'eta' piu' rispondente alla realta' della composizione e dei bisogni sociali ed economici. E' notorio che un sedicenne di oggi, per esempio, non puo' essere paragonato ad un suo coetaneo di quando fu deciso che per votare occorrevano 21 anni (che diventarono poi 18 nel 1975): l'evoluzione fisica e culturale non e' questione di opinioni ma di presa d'atto della realta'.
Se a questo aggiungiamo quanto previsto dal disegno di legge Amato-Ferrero sull'immigrazione, che da' il diritto di elettorato passivo e attivo alle elezioni comunali per gli immigrati residenti da cinque anni in Italia, il sistema di formazione dei rappresentanti istituzionali ci sembra che sarebbe piu' completo. Tutti i soggetti attivi sul nostro territorio, potrebbero contribuire ad amministrare le citta' e il Paese, portando istanze e opinioni che oggi sono solo filtrate -e spesso deformate- da diversi approcci, per culture e per eta'. Sarebbe auspicabile che sulla formazione del consenso -il primo e principale approccio al metodo democratico- ci fosse unicita' nell'Unione Europea. Un passo importante per arrivare anche ad una Unione politica, fondamentale per non continuare ad essere solo una Unione zoppa dei mercanti/mercati. Allo stato dei fatti, i diritti dei consumatori sono solo quelli di subire le decisioni degli Stati nazionali e dei loro veti alla istituzione e applicazione dei diritti sul territorio dell'Unione.
 
 
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