Comprereste mai un divano da un commerciante che non ve ne garantisce la consegna? Acquisterete mai della frutta da un supermercato che la vende in busta chiusa non trasparente? Andreste mai a teatro senza conoscere il nome della compagnia e degli attori, ma sapendo solo il nome dell’opera? Probabilmente la risposta è negativa in tutti e tre i casi. Eppure c’è un settore economico nel quale tutto ciò accade quotidianamente e le regole minime del buon senso, ma soprattutto quelle scritte nei codici, sono costantemente calpestate: stiamo parlando del mercato dei corsi di formazione per amministratore condominiale.
È comunissimo leggere nei moduli d’iscrizione ai corsi che il loro avvio potrà essere prorogato su insindacabile giudizio dell’organizzatore o peggio ancora che i nomi dei docenti saranno resi noti solamente ad acquisto avvenuto. Che cosa fare in questi casi? Come difendersi? Il contratto che dà diritto alla partecipazione ad un corso di formazione iniziale, necessario per intraprende l’attività di amministratore condominiale, può essere soggetto alla disciplina dettata dal codice del consumo e comunque è regolato dalle norme del codice civile. Norme che molti organizzatore di corsi (siano essi una società, un’associazione o altra organizzazione) non rispettano. Stesso discorso, a determinate condizioni, anche per i corsi di aggiornamento. In questo contesto la nostra associazione promuove un'attività di monitoraggio del mercato dei corsi di formazione per amministratori condominiali finalizzato alla segnalazione dei comportamenti scorretti all’Antitrust nonché alla cittadinanza, al fine di consentire una scelta consapevole e per scansare e marginalizzare chi non può essere considerato altro che corsivendolo.

Qui uno specifico approfondimento in materia