È partita la gara per la progettazione di 33 chilometri di nuove linee tramviarie per Roma.
Così l'annuncio della sindaca Virginia Raggi.
Si legga bene: gara per la progettazione non per la realizzazione.
Qualcuno dirà che ci vuole tempo, che Roma è una città difficile, che si sta mettendo ordine, ecc. Allora torniamo indietro nel tempo e vediamo cosa succedeva nel 2018. Era Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli (M5S) e vice premier Luigi Di Maio (M5S), le migliori condizioni di collaborazione Stato-Comune. Si annunciavano 7 progetti fra funivie e tram: piani corredati di schede tecniche, relazioni descrittive e quadri economici.
Siamo al termine della sindacatura (2016-2021) che doveva scadere a giugno prossimo, cioè fra 45 giorni ma, causa Covid, l'appuntamento elettorale è stato spostato in autunno, ma di opere compiute non ne vediamo.
Dovrebbe essere il periodo nel quale si raccolgono i frutti di un lavoro quinquennale, non quello nel quale si annuncia in pompa magna la "gara per la progettazione".
Eppure, la sindaca Raggi aveva le condizioni ideali per governare: eletta con il 67% di voti, la facoltà di nomina di assessori e alti dirigenti e con una maggioranza assoluta di consiglieri cinque stellati in Consiglio Comunale. A memoria non era mai successo, eppure, si continua ad annunciare. Fare, no?
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