Buonasera,
Mia figlia che vive a Collegno (TO) ha acquistato l'appartamento, dove vive, nell'estate 2020 e
nella quale ha anche eseguito lavori di ristrutturazione. A settembre ha traslocato e già all'inizio
dell'inverno ha sperimentato un malfunzionamento dell'impianto condominiale di riscaldamento
che purtroppo ha scoperto di essere a "soffitto" e non a "pavimento". Quindi è una casa senza
termosifoni. Il calore, prodotto dall'impianto di riscaldamento del pavimento del secondo piano
che va dal basso verso l'alto, non riesce a riscaldare l'appartamento di mia figli che ha una
temperature media tra i 16 e 17 gradi (allego foto fatta qualche giorno fa). L'altro problema è che
l'appartamento si trova al primo piano sopra il portico d'ingresso dello stabile. Non esiste quindi
nessun appartamento sottostante. Ha già segnalato il problema all'amministratore che non
prende una posizione. Non è possibile distaccarsi per la tipologia d'impianto. Come si procede in
questi casi. Io avrei suggerito a mia figli di chiamare un tecnico specializzato che monitorasse
ufficialmente la temperatura per poi sollecitare l'amministratore. Esiste dal punto di vista legale
un supporto di qualche sentenza che possa aiutarci risolvere il Problema? A Torino fa molto
freddo e mia figlia è costantemente raffreddata. Esistono presidi medici a cui rivolrgesi?
Rimango in attesa di u vostro cenno di riscontro. Grazie
Cordialità
Luigi, dalla provincia di RM
Risposta: non è vero che non è possibile distaccarsi dall'impianto condominiale. L'articolo 1118, comma 4, del Codice civile prevede che «il condomino può rinunciare all'utilizzo dell'impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condòmini.
In tal caso il rinunziante resta tenuto al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria..."
Quindi conviene sentire un tecnico per fare l'impianto autonomo.