testata ADUC
ALIA SPA: nuovo sistema di tariffazione TARIP
Scarica e stampa il PDF
Lettera 
19 aprile 2024 0:00
 
Spett.le Aduc.
Mi rivolgo a voi non per un problema personale ma di interesse pubblico: nuovo sistema di tariffazione TARIC (Tariffa Corrispettiva) che molti comuni stanno adottando.
Mentre la TARI calcolava sia la quota fissa che quota variabile sui mq dei locali, la TARIC si differenzia per il calcolo della quota variabile sulla base dei conferimenti/svuotamenti che ogni utente effettua nel periodo di fatturazione.
A questo si aggiunge l'IVA del 10% sia sulla parte fissa che su quella variabile.
Leggevo che per un comune non è obbligatorio aderire a questo nuovo sistema di tariffazione, ma essendo Alia una partecipata ne riceve i dividendi, finanziandosi, trasformandosi così in imprenditore in barba ai cittadini che a fronte di un attivo avrebbero potuto sperare in una riduzione degli importi dovuti.
Esempio:
https://www.aliaserviziambientali.it/it-it/cittadini/cittadini/servizi/servizi-ai-cittadini/tariffa/pieve-a-nievole
La Tariffa Corrispettiva è composta da una parte fissa e una parte variabile.
La parte fissa è calcolata in base alla superficie dell'immobile e al numero dei componenti del nucleo familiare. La parte variabile viene calcolata assegnando una soglia minima di conferimenti del residuo non differenziabile, che dipendono dal numero dei componenti.
L'iva è calcolata anche sulla parte fissa corrispondente alla superficie dell'immobile.
In genere la parte fissa di un servizio è dovuta per la rete di distribuzione (es. gas, luce). In questo caso, la superficie della casa non mi sembra sia da considerare un servizio che per Alia ha un costo di manutenzione.
Oltre a questo:
1) se fai meno conferimenti dei minimi indicati in una tabella stabilita, quest'ultimi ti verranno comunque addebitati.
2) i conferimenti delle raccolte differenziate non aggiungono costi in bolletta ma, anzi, sono le raccolte differenziate che potranno portarti a raggiungere il premio o a non dover pagare i conferimenti del residuo non differenziabile in eccesso.
In pratica, produrre molti rifiuti favorisce l'aumento della produzione di rifiuti indifferenziati.
Si parla di un metodo di calcolo della tariffa sui rifiuti, che valorizza coloro che si impegnano di più nella raccolta differenziata, non che valorizza chi produce meno rifiuti.
Infine una domanda: se è diventata una tariffa perché trasformato in servizio, che fine a fatto la promozione della concorrenza? Al cittadino viene impedito di passare ad un altro operatore.
In attesa di un vostro parere porgo
Cordiali Saluti
Gabriella, dalla provincia di PI

Risposta:
la normativa locale, nazionale e europea è questa. Sicuramente non è perfetta, ma la decisione è stata presa dal legislatore nazionale ed europeo. Una eventuale modifica presuppone quindi una battaglia politica per convincerli a legiferare diversamente.
Concordiamo sul fatto che la superficie dell'immobile sia un parametro poco efficace, meglio sarebbe basarsi solo su componenti del nucleo, o ancora meglio solo sulla misura dei conferimenti (che è l'obiettivo a cui vuol giungere la normativa).
Per quanto riguarda il fatto che si debba pagare un minimo di conferimenti di non differenziata, siamo d'accordo, è un principio che contraddice l'obiettivo della normativa. Ed è possibile che negli anni venga dichiarato illegittimo. Ma lo scopo, crediamo, sia quello di evitare che i furbetti/delinquenti non paghino nulla (perché magari vanno a buttare la spazzatura nei boschi o altrove).
La sua domanda sulla concorrenza: in teoria è tutto giusto, dovrebbero esserci tante 'Alia' che si fanno concorrenza, e il consumatore dovrebbe poter scegliere il suo gestore così come facciamo per la telefonia o il gas o il ristorante. Vi sono però due ostacoli: 1) siamo in Italia, dove ogni liberalizzazione viene vista come il diavolo (chi grida al "neoliberismo" e al "capitalismo selvaggio", spesso con il vero intento di poter continuare ad utilizzare i carrozzoni pubblici per abbuffarsi di clientelismo e potere). Pertanto, finché non riusciremo a convincere gli elettori che "monopolio pubblico" non sempre vuol dire "bello e giusto", dovremo sorbirci i monopoli nei servizi locali anche quando potrebbero non essere necessari o utili. Detto questo, tenga anche presente che per molte realtà locali, specialmente quelle più piccole, sarebbe comunque difficile creare competizione, ovvero trovare soggetti privati disposti a investire in modo significativo (acquistare mezzi, assunzione di personale, predisposizione di infrastrutture proprie per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento, ecc.). E infatti, anche nei paesi con economie più libere delle nostre, quasi sempre c'è un monopolio pubblico locale nella raccolta dei rifiuti (con assegnazione tramite gara ad un privato o in house).
 
 
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS