Decine di migliaia di clienti delle banche francesi stanno ricevendo lettere poco gradite. Succede che, costrette da regole e leggi più rigide in materia di lotta al riciclaggio, finanziamenti del terrorismo, conoscenza dei clienti, le banche (Casse di risparmio, Crédit agricole, BNP Paribas, ...) da qualche settimana abbiano avviato una vasta operazione di raccolta di dati personali. La prassi, inedita, non sarebbe emersa se le banche avessero limitato il campo d'indagine ai nuovi clienti, per i quali le verifiche d'identità dovevano effettivamente essere espletate o completate. E, soprattutto, se non avessero usato dei metodi tanto differenti per avere lo stesso risultato. Infatti, se alcune si limitano a chiedere i documenti che provano l'identità, il domicilio, l'attività economica (tutto legittimo) del cliente, altre esigono informazioni molto dettagliate sul suo patrimonio, sulla sua famiglia, e altro, senza informarlo di ciò che è obbligatorio e no. Per l'associazione
UFC-Que choisir, in certi casi le banche mescolano i generi e agiscono al limite del lecito per acquisire informazioni di natura commerciale e per ampliare le loro banche dati.