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 ITALIA - ITALIA - Cannabis terapeutica. No dal sindacato dei medici
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Notizia 
8 maggio 2012 13:59
 
No all'introduzione della 'cannabis' a scopo terapeutico. A bocciare l'ipotesi ventilata nei giorni scorsi di introdurre la sostanza come antidolorifico anche in Campania, come gia' avvenuto in Toscana, e' il Sindacato medici italiani (Smi) presieduto da Giuseppe Del Barone. Troppo prematuri i tempi per un passo del genere, troppe ancora le controversie in ambito medico e scientifico. L'unico passo ragionevole, al momento, e' organizzare un tavolo multidisciplinare regionale per discuterne ed eventualmente organizzare dei percorsi terapeutici condivisi da tutti.
'Al momento - dice il vicesegretario regionale dello Smi, Salvatore Marotta - c'e' una controversia nel mondo scientifico internazionale sull'utilizzazione della sostanza a fini terapeutici. Non esistono incontrovertibili prove di evidenza scientifica su questo approccio terapeutico e per questo e' necessario attivare un tavolo multidisciplinare che includa specialisti ospedalieri, universitari e del territorio di varie competenze per fare chiarezza sulle modalita' di utilizzazione della cannabis'.
L'iter da seguire, secondo lo Smi, deve necessariamente passare attraverso tre verifiche: il si' della medicina, l'approvazione degli universitari e, in generale, della scienza e infine un ulteriore parere del Governo. Solo al termine di questo percorso si potrebbe decidere di attivare percorsi terapeutici che prevedano l'utilizzo della cannabis come antidolorifico.
'La discussione - dice Marotta - deve essere in campo scientifico, sociale e politico. Bisogna ragionare sui limiti, sull'efficacia e sull'appropriatezza di questa sostanza ed evitare in questo modo che un eventuale suo uso possa essere considerato alla stregua di uno stupefacente'.
La proposta dello Smi e' quindi quella di attivare un tavolo multidisciplinare in Regione al quale far partecipare medici di medicina generale, ospedalieri, universitari e rappresentanti del Governo regionale.
'Solo cosi' - conclude Marotta - si puo' pensare di poter costituire degli opportuni percorsi terapeutici condivisi e omogenei per tutti gli operatori sanitari della Campania'.
 
 
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