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 SVIZZERA - SVIZZERA - Direttive sull'insegnamento religioso
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Notizia 
25 marzo 2008 0:00
 
Se una classe della scuola dell'obbligo e' composta da uno scolaro buddista, due musulmani, una mezza dozzina di a-confessionali e da un certo numero di battezzati, come va trattata la Pasqua cristiana? La scuola rispecchia la societa' che, dal 1960, ha visto la religione scivolare dalla sfera pubblica a quella privata. Oggi, in Svizzera una famiglia su dieci non appartiene a nessuna Chiesa, e in certe zone solo una su tre; da parte sua, l'immigrazione ha modificato il panorama religioso cosi' che in vari Cantoni e' stata eliminata l'ora di religione. Restano inevasi i quesiti come quelli della Pasqua: festeggiarla o no? L'Associazione dei maestri svizzeri ha diffuso una carta d'intenti con cui esorta gli insegnanti a non cedere a una mal intesa neutralita'. Cio' significa trasmettere i valori non negoziabili dell'Occidente, ossia liberta' individuale, pari opportunita', equilibrio tra il necessario e il superfluo, integrita' fisica e morale. In quanto alle festivita' come Natale e Pasqua, l'Associazione ritiene che sia bene parlarne, purche' si rispettino i sentimenti dei bambini di altre religioni. "Tutti gli alunni devono sapere in quale cultura vivono", e' l'assunto principale della circolare.
 
 
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