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 ITALIA - ITALIA - Concessioni balneari. Sentenza Consiglio di Stato pone fine all'abuso dei governanti?
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2 maggio 2024 10:19
 
Una recente decisione del Consiglio di Stato italiano, che ordina al Paese di introdurre con urgenza procedure di gara autentiche per le concessioni balneari, ha posto fine alla controversa battaglia legale tra la Commissione europea e l’Italia sulle sue pratiche di concessione delle spiagge.
Per oltre un decennio, la Commissione europea è stata impegnata in un braccio di ferro legale con l’Italia sulle sue pratiche di concessione delle spiagge. Nonostante le direttive dell’UE richiedano gare d’appalto, l’Italia ha continuato a rinnovare le concessioni balneari senza una gara pubblica.
Tuttavia, una recente sentenza del Consiglio di Stato ha posto fine a questa controversa questione.
Secondo la sentenza del Consiglio di Stato di martedì, l’Italia deve avviare immediatamente una procedura di gara per l’assegnazione delle concessioni balneari, riconoscendo che le spiagge sono una risorsa “scarsa”.
La sentenza invalida qualsiasi rinnovo delle concessioni dopo il 31 dicembre 2023, compresa la decisione del governo di prorogarle fino al 31 dicembre di quest’anno.
Facendo riferimento ai principi stabiliti dalla Corte di giustizia europea, che in precedenza aveva condannato il rinnovo automatico delle concessioni balneari da parte dell’Italia, la sentenza sottolinea la necessità di una reale concorrenza nell’assegnazione delle concessioni.
La sentenza mette inoltre in discussione l’affermazione del governo secondo cui le risorse delle spiagge non sono scarse.
L’anno scorso, il governo italiano ha presentato a Bruxelles un rapporto di mappatura nel tentativo di giustificare il mancato rispetto della direttiva Bolkestein.
Secondo i dati, solo il 33% della costa è attualmente in concessione, il che suggerisce che non c’è scarsità di risorse balneari e, quindi, non c’è bisogno di una gara d’appalto per proteggere il principio della concorrenza, come richiesto dalla Direttiva Bolkestein dell’UE.
Tuttavia, i critici sottolineano che la mappatura includeva 11.000 chilometri di costa, compresi litorali rocciosi e aree non balneabili che non sarebbero mai state ammissibili alla concessione.
A seguito della sentenza, fonti di Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni hanno dichiarato che i risultati della mappatura delle coste del governo sono “attualmente in discussione tra il governo e la Commissione europea, per risolvere la procedura di infrazione e definire un quadro normativo per l’intero settore che dia certezza agli operatori e alle amministrazioni locali”.
La Commissione europea ha a lungo criticato il sistema italiano di rinnovo delle concessioni, sostenendo che soffoca la concorrenza e priva lo Stato di entrate sostanziali.
Con le concessioni abitualmente prorogate per oltre un decennio senza adeguamenti dei prezzi, gli operatori privati godono di affitti sproporzionatamente bassi in destinazioni turistiche altamente redditizie.

(Alessia Peretti | Euractiv.it)
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