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 MONDO - MONDO - Industria farmaceutica e le cavie del terzo mondo
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Notizia 
29 settembre 2008 0:00
 
Gli affari delle aziende farmaceutiche per ora  vanno a gonfie vele. Grazie ai poveri dei Terzo mondo. Migliaia di indiani, cinesi e africani permettono infatti che si sperimenti su di loro nuove specialita' senza sapere a quali rischi vanno incontro. La giornalista scientifica Sonia Shah (Usa) ha scritto The Body Hunters. Testing new drugs on the world's poorest patients", un libro di denuncia al riguardo. Riferendosi ai trattamenti di malattie croniche come diabete o disturbi cardiaci, l'autrice cita l'esperto in saggi clinici, John Wurzelmann: "Si puo' terminare positivamente una sperimentazione solo se ci sono state abbastanza complicazioni". E chi le subisce le complicazioni che consentono d'aggiustare il tiro?  
Ma dopo i numerosi scandali documentati dall'organizzazione olandese Somo, le autorita' sanitarie europee e statunitensi sembrano voler reagire. Il commissario Ue Guenter Verheugen ha appena avuto colloqui con i rappresentanti indiani e di altri Stati sui criteri etici nella sperimentazione farmacologica; Emea, organismo di vigilanza sanitaria Ue, nel 2006 ha istituito un proprio sistema ispettivo e anche la FDA (Usa) ha aperto un suo ufficio a Pechino.
 
 
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