Il gioco, nuova tossicomania del XXI.o secolo? "La strada e' stata lunga dall'ubriachezza e dal mito del bon vivant al riconoscimento dell'alcoldipendenza. Un percorso simile aspetta il gioco", riassume lo psichiatra Michel Lejoyeux, presentando la perizia collettiva condotta dall'Istituto nazionale della sanita' e della ricerca medica (Inserm) sui giochi d'azzardo e di denaro. Pubblicata il 22 luglio, e' la prima expertise di questo tipo, frutto di un  lavoro multidisciplinare realizzato per conto della Direzione nazionale della sanita'.
La nozione "gioco patologico" e' apparsa nella letteratura scientifica alla fine degli anni 1980. Lotto, gratta e vinci, casino', macchinette, scommesse, poker, videogiochi... hanno conosciuto una crescita esponenziale, che la perizia definisce "vero fenomeno della societa'". Quanti sono i giocatori patologici? In Francia non si sa. Altrove, come in Canada, Usa, Australia, Nuova Zelanda, Europa del Nord le quote variano tra l'1% e il 3% della popolazione. 
Conclusione. Poiche' la maggioranza dei giocatori problematici presenta un'altra dipendenza (alcol, tabacco...) e spesso delle turbe psichiche (ansieta', umoralita'...) sarebbe "necessario" che i medici specialisti in dipendenze e gli psichiatri interrogassero "sistematicamente" i loro pazienti sul rapporto che hanno con il gioco. Sarebbe inoltre opportuno che medici di base, psicologi e assistenti sociali avessero una formazione specifica per il gioco compulsivo.