A prima vista e' ben poca cosa cio' che 23andme, azienda biotecnologica statunitense, invia al cliente per 999 dollari (636 euro): un tubicino con un codice a barre avvolto nell'ovatta. Un niente, che pero' serve a ricevere il test del Dna. Basta inserire nel tubetto 2,5 millilitri di saliva e spedirlo al laboratorio; dopo 4-6 settimane arriva per posta elettronica un codice d'accesso al sito della societa', da cui il cliente scarica il proprio profilo genetico. Ottiene diverse notizie, ad esempio la tollerabilita' o no al latte, la predisposizione all'infarto cardiaco o al cancro all'intestino, il luogo di provenienza dei suoi antenati.
L'analisi genetica e' un terreno ancora molto giovane, eppure sono diverse le societa', anche in Europa, che propongono la decodifica della struttura genetica individuale. E' un argomento delicato che solleva alcuni problemi, in particolare riguardo all'utilizzo delle informazioni. C'e' chi ritiene opportuno che il test sia prescritto da un medico. Ma 23andme risponde che non fornisce analisi mediche. L'altro problema e' la tutela della riservatezza. Un tema cui l'azienda californiana e' invece particolarmente sensibile giacche' 23andme e' finanziata da Serge Brin, creatore di Google e marito della co-fondatrice, Anne Wojcicki.