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Burocrazia. Chi pensa ai più anziani? Il caso Firenze
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Articolo di Stefano Fabbri
29 aprile 2025 13:14
 
Il giorno X per le multe dei veicoli in sosta sotto casa senza autorizzazione è diventato X+Y. Non più il primo maggio, ma ci saranno altri 30 giorni per mettersi in regola. La proroga, come tutti i provvedimenti di questo tipo, è arrivata quasi all’ultimo momento. E la sua prevedibilità risale a ieri mattina, quando dall’inizio dell’apertura della Sas, la società per i servizi alla strada, la sede del Parterre si è subito affollata di cittadini che, sfogliando il calendario, si sono accorti che la scadenza stava inesorabilmente arrivando. Va detto che è una vecchia, diffusissima ovunque e non sana tendenza quella di aspettare l’ultimo momento — o quasi — per regolarizzare una posizione.

E questo avrebbe dovuto suggerire forse un più solido rafforzamento degli uffici in questa occasione. Comunque sia, ci sono adesso altri 30 giorni di tempo e «Cerbero», l’apparecchio in grado di rilevare se la targa di un veicolo è stata inserita nell’elenco di quelli che possono sostare negli spazi per residenti, comincerà a funzionare non per la Festa dei Lavoratori ma in prossimità di quella della proclamazione della Repubblica. Augurandoci che i controlli ci siano davvero e, magari, riescano a sopperire alle segnalazioni, che con il nuovo sistema non saranno più possibili, di eventuali abusi. Le auto in sosta non dovranno esporre nessun tagliando o vetrofania, e quindi per i residenti alla ricerca di un posto nei pressi di casa non sarà più possibile capire se le altre anonime auto parcheggiate sono autorizzate o meno. Alla verifica potrà provvedere solo la Polizia Municipale o chi per essa.

Ma torniamo alla folla del Parterre, perché può dare lo spunto per un ragionamento a più vasto raggio. La procedura per registrare la targa è semplice e intuitiva, ma evidentemente non per tutti. Le foto che documentano la calca davanti agli uffici della Sas ritraggono moltissime teste canute. E questo dovrebbe farci riflettere, in modo assolutamente più generale, uscendo dai confini del Parterre, su come ci si rapporta con la pubblica amministrazione che predilige la modalità on line ormai in quasi ogni situazione. L’intelligenza artificiale incalza ed è dunque giusto spingere in questa direzione, ma stiamo vivendo ancora una fase nella quale non tutti maneggiano con facilità accessi web e password. Un quarto dei residenti a Firenze ha un’età superiore ai 65 anni. Attenzione, questo non significa che si tratti di una generazione di analfabeti digitali o di un esercito di rimbecilliti. Anzi. Ma è una fascia di età — alla quale appartiene anche chi scrive — dotatissima di smartphone, ma spesso con seri problemi nel gestire la comunicazione attraverso le piattaforme. Uomini e donne che possono avere problemi a dialogare riempiendo un form o a seguire le indicazioni telefoniche di una voce sintetica («Prema 1, 2, 3, 4, 5…»), che per fare lo Spid hanno dovuto farsi assistere dai Caf e per usarlo hanno qualche volta bisogno di un familiare vicino. Ma sono innanzitutto persone, per le quali il rapporto diretto con un essere umano, dall’altra parte dello sportello, consente di spiegare situazioni non sempre lineari e prevedibili dagli algoritmi. E, perché no, anche di essere rassicurati.

(articolo pubblicato su Corriere fiorentino - Corriere della Sera del 29/04/2025)
 
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