Chi ha un bimbo 0-3 anni sa bene che è un dramma. Nonostante i bonus nazionali e comunali calibrati rispetto al reddito dei genitori, mandare il bimbo ad un asilo nido è una corsa ad ostacoli: i redditi al di sotto dei quali scattano i contributi pubblici sono abbastanza irrealistici rispetto ai bilanci medi delle famiglie e l’esiguo numero di quelli pubblici (che costano meno) costringe molti a ricorrere a quelli privati.
C’è però un mondo dei sogni a due passi da casa nostra, alcune città della Svizzera (tra cui Zurigo e Berna), dove la domanda di asili nido è più bassa dell’offerta. Complice il calo demografico e cambiamento di abitudini (il venerdì, giorno tipico dei papà, le strutture sono mezzo vuote), ma anche una sapiente e calibrata organizzazione e opportunità economica.
Crediamo che gli amministratori dei nostri Comuni dovrebbero mettersi in contatto con i loro colleghi d’oltralpe, confrontarsi e capire.
Certo, in Svizzera un caffè che costa anche 5 euro al banco in una caffetteria media, spaventa chiunque, ma è un Paese dove, se i costi sono più alti dei nostri, i redditi medi sono più alti, e tra dare e avere, alla fin fine, non c’è molta differenza.
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