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FIRENZE/NATALE. LA STAZIONE FERROVIARIA DELLA CITTA' PIU' VIVIBILE D'ITALIA
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Comunicato 
26 dicembre 2003 0:00
 

Firenze, 26 Dicembre 2003. Secondo un indagine del quotidiano "IlSole24Ore" Firenze risulta essere la citta' piu' vivibile d'Italia. Una serie di parametri che, quanto piu' o quanto meno positivi, l'hanno portata al top italiano.
Abbiamo voluto sperimentare uno degli aspetti importanti di questa vivibilita' e l'abbiamo fatto il pomeriggio del giorno di Natale, alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, uno degli ingressi e uscite piu' importanti per chi giunge e chi parte. Il treno da prendere era un Intercity per Arezzo, che ci avrebbe dovuto far giungere in quella citta' in 36 minuti rispetto a 1 ora o 1 ora e mezza degli altri treni. Di quegli Intercity che tagliano in lungo l'Italia, nella fattispecie da Venezia a Napoli, la cui puntualita' e' usata da Trenitalia come "camera di compensazione" per la puntualita' degli Eurostar.
E ci siamo imbattuti in una di queste "camere": 10 minuti di ritardo preannunciati sul tabellone e alcun avviso su quale binario sarebbe arrivato quel treno. Pazienza, aspettiamo, non e' la fine del mondo. Ma il pomeriggio di Natale a Firenze c'era un freddo "becco" (tipica espressione gergale fiorentina che indica "rigido"). Quindi per aspettare il treno niente di meglio che la sala d'attesa. Che era chiusa con un cartello "Lavori in corso. Work in progress", con accanto un beffardo "Buone feste": si intravedeva il dentro della sala tutto perfettamente illuminato, alla faccia dei consigli energetici anti-spreco del ministro Marzano. Allora andiamo dentro il bar, ma invece degli annunci sui treni le casse acustiche interne diffondevano musica. Quindi essere informati sull'arrivo o meno del treno e soprattutto del binario a cui sarebbe arrivato era impossibile. L'unica alternativa era stare fuori al freddo "becco" e in piedi camminando per non congelare, perche' solo da li' si potevano ascoltare i messaggi. Che allo scadere dei 10 minuti di ritardo non sono arrivati, ma solo qualche minuto dopo per dire che il ritardo era di 15 minuti e cosi' via fino a 20 minuti (quindi Firenze/Arezzo: 56 minuti, quasi quanto un treno senza supplemento Intercity).
Quindi siamo rimasti una quarantina di minuti (un po' in anticipo occorre arrivare) a congelare, con la sala d'attesa "work in progress" e la luce ben accesa, nella stazione ferroviaria principale della citta' piu' vivibile d'Italia.
Crediamo che qualche parametro di quella vivibilita' andrebbe rivisto, perche' a nostro avviso non basta essere il top del divertimento e della cultura se poi, per raggiungere questi luoghi di vivibilita' ci si deve sottoporre a queste torture ferroviarie (ci sarebbero anche quelle del traffico su gomma ..).
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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