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POLEMICA MANUTENZIONE CHIESE E CITTA' DI FIRENZE. ALLA FINE PAGHERANNO SOLO I CONSUMATORI?
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Comunicato 
31 luglio 2003 0:00
 

Firenze, 31 luglio 2003. La polemica che e' divampata in questi giorni per le accuse della Curia cattolica all'amministrazione della citta' di Firenze sulla manutenzione delle chiese e, piu' in generale, della citta', crediamo che, alla fine, tra inevitabili rappacificazioni generali, avra' una sola vittima: il solito consumatore.
Perche' dopo che il Sindaco Leonardo Domenici ne ha dette di cotte e di crude per difendere l'operato della sua amministrazione, e dopo che la Curia cattolica ha smorzato i toni iniziali di monsignor Timothy Verdon, la soluzione quale sara'? Tutto come prima? Difficile. Quando due poteri (temporale ed ecclesiastico in questo caso) si scontrano, qualcuno deve vincere e l'altro soccombere oppure c'e' una sorta di armistizio con compensi reciproci, senza che alcuno dei due si senta menomato moralmente ed economicamente.
E quindi rispuntera' la cosiddetta tassa di scopo.
Il balzello da far pagare a chi visitera' la citta' di Firenze, quindi a tutti coloro che non solo vengono in questa citta' e consumano e acquistano i biglietti di questo o quell'altro museo o evento, ma che dovranno pagare anche piu' in generale per godere della bellezza del capoluogo della Toscana. Bellezza che, se minacciata in un suo aspetto non secondario come le chiese cattoliche romane, e' bene che sia meglio preservata. E quindi occorrono piu' soldi, dalle tasche dei consumatori.
Oltre alla beffa di questa tassa, inoltre la Chiesa cattolica romana avra' ottenuto lo scopo di avere piu' soldi di quanto gia' non abbia dai contribuenti italiani. Perche' e' bene ricordare che la Chiesa romana non solo incassa l'8 per mille dalla denuncia dei redditi di ognuno (908.000.000 di Euro in tutta Italia nel 2002), ma anche il 33,11% (32.857.731 euro) di quella parte dell'8 per mille che viene devoluta allo Stato, finisce nelle casse della Chiesa cattolica romana.
Ed ora a Firenze, non ci sara' un accordo per come utilizzare questa tassa di scopo? Crediamo che sia altamente probabile.
E se la curia cattolica e l'amministrazione della citta' si fossero messi d'accordo su questo, in modo che questa tassa sia introdotta senza le scontate polemiche che si porterebbe dietro, e il pericolo che il giorno dopo nella Giunta di Palazzo Vecchio qualcuno cambi idea? Non lo sapremo mai. Ma non sarebbe una novita' nella storia millenaria dei rapporti tra potere temporale e potere ecclesiastico.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
 
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