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Bollette gas in crescita. No allarmismi, no toppe ma riforme strutturali
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
5 settembre 2023 13:07
 

La bolletta del gas ad agosto, secondo l’Autorità Arera, per il mercato a maggior tutela, è aumentata del 2,3%. Riguarda circa il 30% degli utenti, perché l’altro 70% è già nel mercato libero. Preoccuparsi, certo, ma considerando queste dimensioni. E soprattutto che, al massimo entro il 10 gennaio 2024, tutti i clienti domestici dovranno essere passati al mercato libero, e chi non lo avrà fatto direttamente, Arera comunque garantisce un servizio di transito, a tutele graduali.

Per i prossimi periodi di grandi consumi dobbiamo porre attenzione essenzialmente al mercato libero, che già oggi offre servizi che non hanno calmieri dell’Arera, ma gli umori del mercato. In questi ultimi mesi, quando l’Arera ci comunicava il calo delle tariffe (sempre per mercato a maggior tutela), le offerte del mercato libero erano sempre con prezzi in crescita. I fornitori hanno voluto guadagnare di più. Nonostante l’inflazione in calo essenzialmente per i prezzi energetici, i commercianti del mercato libero hanno contribuito a non far calare di più l’inflazione, decidendo che era buon momento per alzare i prezzi, giustificandosi che tutto aumenta… e perché no i prodotti energetici. Un comportamento che potremmo definire a-sociale, ma di fronte al quale non ci sono politiche istituzionali che possano offrire la possibilità di non esserlo.

Governo e Parlamento non sembra che abbiano in cantiere riforme strutturali di defiscalizzazione dei prodotti energetici (di cui se ne avvantaggerebbero i consumatori) e dei redditi (di cui se ne avvantaggerebbero i fornitori dei servizi), ma di continuare in una sorta di “vivere alla giornata” di cui, tra Iva ridotta  e bonus per i meno abbienti, ne trarrebbero vantaggio una limitata parte dei consumatori. 

Riforme strutturali (defiscalizzazione dei redditi) sarebbero quelle che consentissero ai fornitori di far venir meno le ragioni per aumentare i prezzi. Riforme strutturali (calo delle accise) sarebbero quelle che consentissero ai consumatori, inclusi i meno abbienti, a non sopravvivere con i bonus a singhiozzo.

Insomma, si tratterebbe di decidere di governare non rincorrendo le emergenze, ma facendo riforme che diano certezze a produttori e consumatori.

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