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Calo demografico. Utile, saggio e necessario
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Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
30 marzo 2024 13:22
 

Nelle valli di lacrime che tutti i politici stanno alimentando per raccogliere i propri - spesso - sconclusionati commenti per il calo della popolazione in Italia durante il 2023, occorre essere realisti e lungimiranti. Non vedere la punta del proprio naso ma tutto il proprio corpo, a partire da se stessi e nell’ambito del Pianeta.

Natalità in discesa e mortalità in forte calo, dati Istat: sei neonati e 11 decessi per 1.000 abitanti. Più immigrati e meno migranti con un saldo di +274mila. Popolazione residente straniera in crescita con un saldo +166mila. 1,20 figli per donna, speranza di vita 83,1. Totale residenti quasi 59milioni. In calo.

Questo accade perché gli italiani decidono così su se stessi e sentono poco le sirene dei politici. E perché gli immigrati continuano ad arrivare (nonostante le altrettanto sconclusionate aspirazioni di chi ci governa), perché l’alternativa è morte civile e fisica lì dove sono nati. Certo, ci potrebbe essere di meglio che l’Italia dove ripararsi e dare un senso civico ai propri figli, ma al momento facciamo ancora parte dei Paesi più ricchi.

I politici sono in difficoltà perché, se non cambiano certe politiche, gli salta tutto il sistema, dove la questione più importante è: chi lavorerà oggi e domani per pagare le pensioni, visto che i soldi accumulati prima ce li siamo bruciati per incapacità con un debito pubblico tra i maggiori dei cosiddetti Paesi ricchi?

E mentre da una parte dicono di esser contenti perché la vita media si è più alzata, dall’altra schizoidamente si disperano perché tra pensioni e assistenza devono sborsare di più. 

Sempre nella loro concezione e pratica schizoide della politica, fanno come l’attuale governo  che - per propaganda e presunta coscienza da corrobare - prendono provvedimenti che vengono qualificati come sostegno alla natalità: come leggere il fatto che, a fronte di 1,20 figli per donna, i loro provvedimenti riguardano asili gratis da due figli in poi ed esenzioni di contributi da tre figli in poi… cioè per le donne e i figli che non ci sono e che non ci saranno?

Ci sono due concezioni opposte della vita e della politica da mettere in conto: lo Stato che dice quello che devi fare se vuoi campare e ti organizza (spesso in teoria e/o approssimativamente) tutto, e quello dello Stato che si organizza per dare complemento e opportunità alle scelte degli individui.
E’ evidente che oggi siamo in presenza dello Stato - soprattutto con l’ultimo governo - che ti vorrebbe far fare quel che vuole dalla culla alla bara, mentre auspica di vivere in un fortino da cui difendersi dai disperati del mondo che bussano chiedendo aiuto.

Il "problema" è tutto qui. L'informazione globalizzata ha portato quelli che vivono in Paesi disgraziati (mediamente tali per colpa dei Paesi cosiddetti ricchi) a cercare fortuna altrove; mentre quelli che vivono in Paesi cosiddetti ricchi a farsi meglio i conti in tasca con le proprie economie e le proprie felicità, privilegiando e scegliendo con saggezza e raziocinio se e come produrre eredi.

Questa informazione globalizzata è più forte di qualunque ideologia o sirena di chi pensa di continuare a governare come se avesse dei sudditi… e siamo all’oggi che: BEN VENGA, ché le risorse naturali, sociali e politiche sono sempre meno (prima di invertire la rotta di distruzione che abbiamo innescato ci vorranno secoli e secoli) e per godercele è bene essere sempre meno… dovendo ringraziare gli individui che scelgono in modo così saggio. 

L’alternativa, che viene presentata dai politici come necessità ineludibile e indispensabile, sono quei mostri urbani delle metropoli attuali, nel Primo, nel Secondo, nel Terzo e nel Quarto mondo.

Sarà bene quindi alimentare le scelte individuali di decrescita… ché se dovessimo arrivare a quelle imposte dalle istituzioni…. Cina e secondo figlio docet.


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