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Corruzione di Stato. Ma quanti Incalza ci sono nel nostro sistema di potere?
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Editoriale di Vincenzo Donvito
17 marzo 2015 10:36
 
 Sembrano non finire mai. Oggi e' la volta di Ercole Incalza che -sembra- fosse una sorta di padre-padrone di tutti gli appalti che passavano dal ministero dove lavorava fino allo scorso 31 dicembre. E chi l'aveva mai sentito questo nome. Sto parlando, ovviamente, di noi comuni mortali. Anche se io credo di essere mediamente piu' informato della media degli italiani, questo nome non l'avevo mai sentito. E si aggiunge alle centinaia di altri nomi che in questi ultimi decenni (e non solo) hanno affollato le cronache giudiziarie dei vari ladri e furfantelli di Stato (ed assimilati) che emergono come funghi dopo le piogge di fine estate. Nomi che non mi sforzo neanche di andare a ricercare, perche' credo di aver ben reso il concetto. Primo Greganti, per esempio, tornato in auge con le tangenti dei lavori dell'Expo milanese e diventato noto alcuni fa (Mani Pulite) per essere una sorta di cassiere dei finanziamenti illeciti al Partito Comunista Italiano (PCI). E quanti altri ce ne saranno che scopriranno/scopriremo un domani prossimo venturo. “Signori nessuno” che vivono nei meandri burocratici delle istituzioni e dei partiti; anima degli e per gli stessi; addetti al funzionamento dello Stato e alle sue macchine di consenso; conosciuti dagli addetti ai lavori, omaggiati e contesi per le proprie virtu' di “macchine portasoldi” e dispensatori di consigli per mettere le persone giuste al posto giusto.
E' l'Italia, e non solo. Forse, come avviene in altri Paesi, di personaggi del genere ce ne sarebbero mano se ci fosse un riconoscimento legal-giuridico dell'attivita' di lobby politica, con tutto alla luce del sole. In Usa, per esempio, ci sono molti meno scandali come i nostri: vuoi perche' tutti sanno che le leggi vengono applicate (1), vuoi perche' in un'economia piu' a libero mercato,lo Stato e' molto meno imprenditore che da noi, e fra privati l'intermediazione lobbistica fa parte del modo di essere ed operare.
Quello che ci preoccupa e' se di questa fotografia che ricordiamo, ne siano consapevoli i nostri governanti. Sembra di si', visto che tutti hanno sempre messo al primo posto la lotta al malaffare anche tra di loro. Ma poi, puntualmente, emerge il famoso “signor nessuno” di turno che tutti -i soliti noi comuni mortali all'oscuro- pensavano fossero inesistenti e/o estinti.
Forse e' il caso che puntiamo con piu' attenzione il nostro sguardo anche, per esempio, sulla mensa dei nostri figli che vanno all'asilo......

(1) frutto non solo di una maggior rigore e rispetto dello Stato e dei suoi funzionari, ma anche di una cultura religiosa -quella calvinista- che a differenza di quella da noi prevalente -la cattolica romana- transige molto meno rispetto a pentimenti e cose del genere.
 
 
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