testata ADUC
Mobilità privata. Flagello e codice della strada
Scarica e stampa il PDF
Editoriale di Vincenzo Donvito Maxia
19 settembre 2023 13:22
 

Il consiglio dei ministri ha approvato nuove norme sul codice della strada. Sostanzialmente si tratta di multe più salate per i comportamenti illeciti.
La novità sono i monopattini, per i quali è previsto obbligo di casco, targa e assicurazione. Il riconoscimento di quanto questi mezzi oggi, moltiplicatisi per una migliore mobilità, sono diventati tra i mezzi più “ingombranti” e meno sicuri per la mobilità urbana. Un piccolo provvedimento rispetto ai tanti problemi che questi mezzi rappresentano e che, per esempio, ha portato il Comune di Parigi a vietare giustamente la circolazione di quelli a nolo.

Viviamo da decenni il problema della mobilità urbana ed extraurbana, ma non riusciamo a trovare una soluzione a fronte dei numeri drammatici delle vittime. Si continua solo a rendere più punitive le norme mentre, nelle more dello stesso codice della strada, le amministrazioni comunali continuano ad usare le multe per fare cassa, incentivando di fatto furbizia e violazioni. Certamente sono aumentate le politiche nazionali e comunali per disincentivare l’uso del mezzo privato a vantaggio di quello pubblico, ma siamo ancora in alto mare. Ed è anche responsabilità di istituzioni che fanno poco per i mezzi pubblici e per la mobilità ciclabile e pedonale, quando e come questa si può considerare alternativa ai mezzi pubblici.
Nel contempo viviamo un grande ricatto economico da parte delle aziende produttrici dei veicoli che, non volendo adeguare le produzioni alle mutate esigenze economiche ed ambientali, sono sempre a dettar legge, per la stessa mobilità e per le persone (direttamente ed indotto) che vivono grazie alle loro produzioni.

Tutto questo asseconda le riforme come quella odierna, che non riformano ma si basano su l'illusione che una maggiore sanzione possa portare a maggiore disciplina. Il metodo fallimentare è lo stesso, per esempio, del carcere… come se pene più severe e più istituti carcerari abbiano contribuito a far diminuire i reati.

C’è qualcosa che non torna. Sicuramente è l’informazione e l’educazione di base degli individui. Siamo sicuri che le istituzioni abbiano affrontato il problema a partire da questa base e non si siano limitate a mettere cerotti alle ferite delle proprie incapacità? A quando la decisione di affrontare la questione come una delle principali tragedie della nostra civiltà? 

Qui il video sul canale YouTube di Aduc

 
CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile

DONA ORA
 
 
EDITORIALI IN EVIDENZA
 
AVVERTENZE. Quotidiano dell'Aduc registrato al Tribunale di Firenze n. 5761/10.
Direttore Domenico Murrone
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS