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I nostri consumi 'viziosi' diventano letali solo se manca l'informazione. Non nascondiamoci, ribelliamoci contro i venditori di 'fumo'...
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Editoriale di Vincenzo Donvito
14 aprile 2010 8:25
 
Trentamila decessi ogni anno in Italia per l'alcool. Sono i dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (Cnesps): il consumo di vino cala ma aumenta quello di birra e superalcolici. In Australia l'obesita' ha superato il fumo come causa principale di morte prematura e malattia.
Due notizie di ieri 13 aprile, che potremmo affiancare alle numerose che pubblichiamo sui nostri notiziari quotidiani 'Droghe' e 'Salute'. Notizie di un'attualita' ricorrente che servono per capire quale sia il motivo per cui l'essere umano di fronte al 'vizio' (che nel linguaggio 'politically correct' si dice 'consumo ricreativo') spesso non riesce a limitarsi e finisce nella dipendenza piu' o meno compulsiva e/o patologica.
Diversi i fattori individuali che vi contribuiscono, a partire dalla propria condizione psicologica, sociale ed economica. Ma tutti si devono, comunque, confrontare col livello di informazione che ognuno recepisce ed utilizza per godere piu' o meno meglio il proprio vizio.
E qui scatta la schifezza della pubblicita' dei venditori di 'fumo'.
Vini che fanno sentire con tanto calore come ai tempi del nonno che produceva quelli genuini. Superalcolici che ti fanno sentire maschio in grado di attrarre donne da copertina o archeologo salvatore. Birra che ti da' la gioventu'. Merendine ipercaloriche attraenti perche' con l'effige dell'eroe di un cartoon. Piatti precotti e pieni di conservanti che invece sembrano appena fatti da un grande chef. Yogurt che quando li mangi ti fanno dimagrire e ti levano ogni stitichezza. Spot del Governo che ti fanno credere che fumare uno spinello e' come farti una 'pera' di eroina o di crack.
Fandonie, illusioni fino a vere bugie... insomma, ci siamo spiegati. Per chi volesse approfondire consigliamo di sfogliare un qualunque rotocalco e, per quelli piu' forti di stomaco, passare una mattina e un pomeriggio davanti ad un televisore “evitando gli intervalli tra una pubblicita' e l'altra”.
Noi -come associazione- cerchiamo di fare la nostra parte: denunce all'Antitrust per pubblicita' ingannevoli, segnalazioni sul nostro sito, discussioni sul forum 'Di' la tua' tra consumatori piu' o meno sensibili. Ma e' tutto relativo e minimale. C'e' solo un metodo per evitare di farsi male nella “cura” del proprio vizio quando si sta bene nel continuare a praticarlo: informarsi attraverso canali non ufficiali. La Rete e' una miniera in merito, ma facendo molta attenzione perche' e' una miniera molto piu' grande anche in senso contrario: i venditori di 'fumo' sono ovunque ci sia informazione. Non e' opportuno assuefarsi, non e' opportuno distrarsi, non e' opportuno lasciar correre perche' non si ha tempo. A nostro avviso ne vale la pena, soprattutto per godere meglio il proprio vizio.
 
 
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