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Rivoltare l'Italia come un calzino? Si puo', a partire da noi stessi!
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Editoriale di Vincenzo Donvito
20 novembre 2012 13:42
 
L'acuirsi in queste settimane del conflitto tra Hamas e Israele, con le sue tragiche conseguenze di cadaveri, ci ha riportato indietro di decine e decine di anni, a dimostrazione che se le questioni non si mettono a posto, non si sistemano da sole. Anzi. I rancori rimangono dentro, e alla minima occasione riesplodono piu' e peggio di prima. E' un metodo che e' tale ovunque, dalla propria intimita' alla quotidianita' individuale, dalla propria socialita' all'economia. L'unico ambito in cui cio' non e' valido e' la politica, altrimenti quest'ultima non sarebbe tale: cioe' la politica -per noi si intende quella democratica- e' il governo possibile e meno-peggio dell'esistente, qualunque esso sia. Un esistente, quindi, che la politica di per se' non puo' modificare. Per il cambiamento occorre la cultura e l'economia. La prima in quanto espressione delle varie individualita', la seconda in quanto regolatrice del libero scambio tra offerta e domanda.
Dai missili in medio-oriente alla lite con il vicino di casa il passo e' si' molto lungo, ma se saremo riusciti a far vivere con giustizia quelle popolazioni, non e' escluso che vedremo in un'altra ottica i problemi del nostro “piccolo” quotidiano.
Ci sono oggi persone, partiti, movimenti, gruppi, associazioni, fondazioni che ci possano dare uno spiraglio in questo senso? Tizio risponde Si', Caio risponde No, buona parte Non Sa, altra buona parte Non Vuole Sapere. Contesto in cui, guardando alla storia dell'Ottocento e del Novecento, sarebbero potuto nascere alcune dittature, e alcune di queste dittature (piu' o meno tali, anche se “legittimate” da un voto popolare) ci sono anche nel nostro secolo.
Partendo dal presupposto che dittature da noi (Europa) non sono possibili, anche se vengono fatte leggi e sussistono metodi che talvolta fanno sembrare attraenti quei Paesi in cui le dittature ci sono davvero, ci dobbiamo domandare: cosa e come fare per vivere meglio?
A nostro avviso il metodo e' unico: non stare zitti, “sporcarsi le mani”, interiorizzando che il proprio tornaconto potra' essere giusto solo se sara' potenzialmente tale per tutti. Cioe': rivoltare il Belpaese come un calzino, perche' in Italia oggi il giusto e' solo quello per se' a discapito degli altri (escludendo risicate minoranze che -ognuna nel proprio ambito- fanno il contrario). Non e' impossibile perche' siamo in Europa e abbiamo (per ora solo questo) la moneta euro.
Guardiamo il nostro quotidiano e cominciamo da li', anche dai nostri affetti e dai nostri non-affetti. Questo ci fara' cambiare un po' la cultura e -cosa tutt'altro che facile- via via tutto cio' che ci riguarda. Proviamoci, anche se questo potra' significare qualche beneficio in meno rispetto all'attuale: la costruzione della legalita' diffusa, a partire dal nostro intimo, potrebbe portare all'affermazione del principio del buongoverno. Ovviamente questo comporta la rimozione di tutte le doppie-verita' che ci portiamo dentro, da quella religiosa a quella culturale ed economica. Rimozione che non comporta necessariamente l'abbandono della propria religiosita' o della propria operosita' economica, ma solo metterla in pratica in altro modo rispetto a quanto fatto fino ad oggi. E visti i risultati odierni, crediamo valga la pena tentare questa operazione.
 
 
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