Ma si', diciamo anche la nostra sulle primarie del centro-sinistra (chissa' se il trattino tra “centro” e “sinistra” ci vuole o no...). Non ci interessa entrare nel merito delle proposte dei singoli candidati perche' non peroriamo uno a discapito di un altro e non peroriamo neanche questa parte politica rispetto ad altre, ma ci interessa ascoltare cosa dicono e -soprattutto, visto il contesto sfascista del nostro sistema istituzionale, economico, sociale e politico- come lo dicono. Siamo degli irriducibili: i mezzi prefigurano sempre i fini. Un esempio: se tizio ci chiede il consenso elettorale e per farlo viola le medesime regole che sono stabilite per la formazione della lista, per il modo e i tempi di votare, nonche' alcuni degli aspetti connessi all'esercizio del voto, tutto ci fa pensare che, se dovesse risultare vincente, non potrebbe che fare altrimenti nel mandato istituzionale che gli e' stato attribuito. Un'attenzione che poniamo soprattutto verso coloro che -piu' di altri- chiedono il consenso per superare il marcio che c'e' stato nella governance fino ad oggi.
E quindi cosa, come e dove ha fatto Pierluigi Bersani quando e' stato presidente della Regione Emilia-Romagna e quando e' stato ministro? Come e dove ha fatto Matteo Renzi quando e' stato presidente della Provincia di Firenze ed oggi Sindaco di Firenze? Ed entrambi, come e con cosa hanno contribuito al lancio delle primarie nel proprio schieramento, e cosa dicono oggi sulle regole delle stesse e la loro gestione?
Metodo, ovviamente, che consigliamo di utilizzare anche nell'ipotesi di primarie del centro-destra (anche qui, chissa' il trattino...).
La rivoluzione rispetto all'esistente -che noi peroriamo a partire dall'approccio di ogni individuo alle istituzioni- puo' esser tale solo se si rispettano le regole... concetto storicamente non molto rivoluzionario.... ma che, nell'Italia del 2012 vale piu' di qualunque altra opzione economica e sociale. Stabilito questo -cioe' la democrazia che funziona- ci si puo' confrontare su tutto il resto.