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 ITALIA - ITALIA - Consiglio di Stato: sì alle coltivazioni Ogm
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30 gennaio 2010 8:32
 
Nella battaglia sugli ogm il Consiglio di Stato e' intervenuto ieri con una sentenza importante. Accogliendo il ricorso del vicepresidente di Futuragra, l'associazione degli imprenditori agricoli vogliono coltivare gli ogm in particolare il mais, i giudici amministrativi hanno hanno ordinato al Ministero dell'Agricoltura di concludere il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato che sia gia' stato autorizzato a livello comunitario senza attendere la decisione delle Regioni sui piani di coesistenza, come invece previsto dall'iter tracciato dal decreto legislativo 212/2001 dell'allora ministro Gianni Alemanno. Secondo Futuragra la sentenza obbliga il ministero a 'rilasciare l'autorizzazione alla semina di varieta' iscritte al catalogo comune fissando un termine di 90 giorni per il rilascio dell'autorizzazione'. In sostanza fra tre mesi in Italia si potrebbe iniziare a coltivare il mais Mon 810, l'unico prodotto transgenico autorizzato per la coltivazione in Europa, 'la cui pericolosita' - affermano i Vas (Verdi ambiente e societa') - per l'ambiente e per l'uomo non e' piu' un mistero per nessuno e ben sei Paesi dell'UE, Francia, Austria, Ungheria, Germania, Grecia e Lussemburgo lo hanno bandito dal proprio territorio invocando la clausola di salvaguardia'.
Ma le cose, assicurano sia l'ex ministro dell'agricoltura Gianni Alemanno sia l'attuale ministro Luca Zaia, non saranno cosi' facili per chi si batte per lo sdoganamento di questa nuova teconogia. 'Non cantino vittoria coloro che sono favorevoli agli ogm perche' il blocco della mia circolare creera' un po' di confusione ma non aprira' la strada agli ogm' afferma a caldo Gianni Alemanno.
'Continueremo a difendere cittadini e agricoltori' assicura il ministro Luca Zaia. 'La sentenza - osserva il ministro, da tempo contrario agli ogm - contravviene in modo palese alla volonta' della stragrande maggioranza dei cittadini e delle Regioni italiane. Primi fra questi, quegli agricoltori, ancora una volta la stragrande maggioranza, che non vogliono OGM nei loro campi, consapevoli, innanzitutto, che e' il valore identitario delle loro produzioni ad essere messo a repentaglio, la fertilita' del loro futuro'. E su questa linea il Ministero promette di dare battaglia. Non e' da meno Coldiretti che si dice pronta a un referendum 'salva Made in Italy'. 'Se si dovesse rendere necessario - afferma il presidente Sergio Marini - faremo esprimere il voto degli agricoltori, come previsto dalla raccomandazione comunitaria in materia di coesistenza degli Ogm con le altre coltivazioni, per difendere il diritto di mantenere i propri territori liberi dagli organismi geneticamente modificati'.
 
 
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